La FIAT è un simbolo del Made in Italy nel mondo, ma ora tutto è cambiato ed è un duro colpo per tutta la nazione.
Non ci sono dubbi sul fatto che uno dei marchi che nel corso della storia ha dimostrato di sapersi imporre come pochi altri a livello internazionale sia stata la FIAT. L’Italia ha in questa società un punto di riferimento di eccellente spessore, tanto è vero che anche in tutto il mondo non mancano coloro che acquistano e apprezzano queste auto.
L’esempio più evidente lo si può notare in Brasile, con lo Stato sudamericano che vede nella Strada la vettura più richiesta. Con quasi 100 mila esemplari venduti è lei la regina del mercato e che ha permesso così alla FIAT di vantare quella che merita di essere considerata come la vettura torinese più richiesta al mondo.
Negli anni ’80 il successo della FIAT era straordinario, tanto è vero che era diventata per qualche anno anche il marchio più venduto in Europa. Da allora però è iniziato un lento declino, lo si denota anche dal fatto che nel 2024 non c’è traccia di FIAT nelle prime 10 auto più vendute nel Continente. Gli esperti evidenziano una data particolare per l’inizio del tracollo del marchio, con la scelta di Gianni Agnelli che si rivelò sbagliata.
Il crollo della FIAT: il cambiamento del 1988
Era il 1988 quando Gianni Agnelli decise di cambiare radicalmente la visione della FIAT. Infatti si decise di cambiare Vittorio Ghidella con Cesare Romiti, uno stimato ed esperto economista, ma che diede il via a un’Era nella quale la casa torinese iniziò a pensare unicamente al profitto, mettendo il resto in secondo piano.
Naturalmente serve far quadrare i conti ed è normale che le vendite debbano essere soddisfacenti, ma il diktat di Agnelli dal 1988 fu quello di vendere quanto più possibile. Il risultato fu un sensibile calo della qualità delle sue auto, con la produzione di massa che portava a una riduzione dei costi, ma quando si pensa unicamente al profitto, ecco che anche le vendite crollano.
La FIAT dunque iniziò un periodo nero, con Sergio Marchionne che riuscì con un mezzo miracolo a salvare l’azienda. Dopo la morte del manager marchigiano è iniziata l’Era di Stellantis, con il Gruppo che vede sicuramente nella FIAT un marchio di grande interesse, ma allo stesso tempo ci sono anche altri realtà da tenere in forte considerazione. Gli anni d’oro della casa torinese sono un ricordo, ma non è detto che non possano tornare.