Un altro colosso annuncia tagli importanti. Lavoratori a rischio. La crisi del settore pare senza fine.
Ormai è cosa risaputa, il settore della mobilità sta vivendo una fase di pericolosa crisi, resa ancora più preoccupante dal taglio al personale. Le automobili sono state le prime a subire il contraccolpo del Covid e dell’obbligo di rimanere chiusi in casa, quindi anche le bici e i tanto chiacchierati monopattini che, proprio in quel periodo erano esplosi, hanno cominciato a perdere appeal, mentre le moto, finora, hanno avuto un andamento ondivago con mesi di bilancio positivo, alternati ad altri di calo.
L’aspetto più allarmante è che, a crollare sotto i colpi di un mercato che non si sblocca e che sta subendo la concorrenza della Cina, sono anche i colossi, quei marchi dalla lunga e gloriosa storia considerati inattaccabili. Un esempio ce lo stanno regalando Audi e Volkswagen per quanto concerne i costruttori europei, con miglia di lavoratori in bilico e interi stabilimenti a rischio chiusura, ma pure nel Sol Levante la situazione dà l’idea di essere migliore o più incoraggiante.
Nissan, licenziamenti in arrivo e diminuzione della produzione
Ed infatti la diminuzione dell’interesse verso le quattro ruote ha colpito pure il Giappone e in particolare la Nissan che si prepara ad una sforbiciata importante al personale e non solo. Si parla infatti di 9mila posti di lavoro tagliati e una contrazione della capacità produttiva del 20%. Un provvedimento lacrime e sangue che ha come obiettivo quello di abbassare i costi operativi dopo la revisione al ribasso delle proprie stime di vendita.
L’intenzione è quella di crearsi un salvadanaio da 2,4 miliardi di euro annui per controbilanciare il tracollo degli utili, scesi da 1,8 miliardi ad addirittura soli 100 milioni di euro tra marzo e settembre. A fronte di tali numeri è stata ridotta altresì la previsione dei profitti d’esercizio che dovrebbero collocarsi ben al di sotto del miliardo contro i tre preventivati. Per crearsi un ulteriore paracadute, azienda ha pure rilasciato 149.028.300 azioni di Mitsubishi, ossia il 10,2% di quelle emesse dalla Mitsubishi Motors Corporation.
Causa l’incapacità di reggere il passo del Dragone e di Tesla, si sono dunque rese urgenti delle misure per tamponare le ferite. Come riferito dagli alti vertici, la compagnia sarà d’ora in avanti più snella e anche la dirigenza si taglierà lo stipendio.