Crisi Automotive in Italia, interviene la Meloni: fabbriche e dipendenti in ansia

Il governo Meloni sta pensando a una soluzione clamorosa per fronteggiare la crisi del settore dell’automotive: ora tremano in tantissimi.

Il settore dell’automotive sta vivendo un momento davvero molto complicato. Il 2024 è stato un anno durissimo praticamente per tutte le case automobilistiche, colossi compresi: i dati relativi alle vendite hanno fatto emergere un quadro davvero preoccupante, tanto che anche storiche aziende come la Volkswagen si sono trovate costrette a chiudere degli stabilimenti.

Giorgia Meloni durante un'intervista
Crisi Automotive in Italia, interviene la Meloni: fabbriche e dipendenti in ansia – Foto ANSA (Allaguida.it)

A una situazione già di per sé molto delicata si aggiunge l’instabilità geopolitica con le continue tensioni internazionali. Proprio questo ‘mix’ sta spingendo il governo italiano a considerare una scelta clamorosa che andrebbe a riguardare alcune aziende automobilistiche del nostro Paese.

La premier Giorgia Meloni, assieme ai ministri dell’Economia, delle Imprese e della Difesa, starebbe infatti ragionando sull’opportunità di convertire alcune aziende del settore dell’automotive in produttori di componenti bellici. Una scelta che sarebbe dettata proprio dal sempre più evidente calo nelle vendite dei veicoli, in particolare quelli elettrici, e la spinta al riarmo.

Interviene la Meloni: svolta storica nel settore automotive

L’Italia vuole quindi seguire la strada già tracciata dalla Germania: la spesa di Berlino per il settore della difesa ha già superato i 200 miliardi di euro ed è per questo che il governo italiano non vuole rimanere troppo indietro. Da qui l’idea della riconversione industriale, che sul piano economico porterebbe degli indiscutibili vantaggi.

Operaio di Stellantis
Interviene la Meloni: svolta storica nel settore automotive – Foto ANSA (Allaguida.it)

Un recente studio, reso pubblico dal Senato, ha messo in evidenza come ogni euro investito nel settore della difesa garantisce un guadagno di 1,60 euro per l’economia del Paese. Alcune storiche aziende italiane hanno già avviato da tempo delle partnership con il comparto militare: Leonardo, ad esempio, ma anche Iveco Defense e Ferrari sono attive su questo fronte. In più all’interno del governo si stanno alzando sempre più spesso voci favorevoli a questo scenario: l’ultima è quella del ministro Guido Crosetto, che ha sottolineato la necessità di creare una vera e propria cultura della difesa nel nostro Paese.

Di sicuro bisognerà trovare soluzioni anche nell’immediato: nonostante le tante aspettative per il 2025 la situazione di Stellantis continua a preoccupare, anche perché il gruppo non ha ancora un nuovo CEO dopo le dimissioni di Tavares. Senza una nuova guida è difficile strutturare una nuova strategia, possibilmente senza gli errori che hanno caratterizzato la gestione precedente. Un quadro che ovviamente non fa dormire sonni tranquilli ai tanti operai dei vari stabilimenti.

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