Il pesante impatto della crisi auto si fa sentire su tutta la filiera automotive. In un solo mese (marzo) sono venute meno oltre 50.000 immatricolazioni che significano meno PIL, meno posti di lavoro, meno gettito per l’Erario. Per alimentare la ripartenza e supportare la mobilità delle aziende italiane duramente colpite dall’emergenza di questi mesi, è necessario prevedere nei prossimi Decreti allo studio, misure in grado di generare un effetto volano per l’industria automotive e per la mobilità aziendale, turistica e cittadina del Paese, generando anche un impatto positivo sulle casse dell’Erario.
Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici) analizzando i dati sulle immatricolazioni di auto nel mese marzo, i quali confermano la crisi economica dell’auto e il quasi totale azzeramento delle nuove vetture a noleggio, attraverso le parole del suo presidente, Massimiliano Archiapatti, lancia tre proposte utili al governo per uscire dalla crisi auto. Il ripristino del super-ammortamento, la revisione della tassazione sull’auto aziendale e l’estensione dell’Eco-bonus alle auto usate EURO 6.
Il super-ammortamento, quando è stato utilizzato (2016-2017), ha generato benefici economici e finanziari per l’intera filiera dell’auto. Dai costruttori ai noleggiatori, ai concessionari, ai centri di assistenza e manutenzione. Oltre ad un positivo ritorno per le casse dell’Erario. L’aumento di immatricolazioni ha infatti prodotto maggiori entrate (IVA, imposte locali, diritti di motorizzazione), con un “ritorno sull’investimento” stimato intorno al 300%.
Un altro tassello per iniziare la ripresa è rappresentato dalla tassazione sulle auto aziendali nel nostro Paese che ci vede ancora lontani dagli altri Paesi dell’UE. In Italia perdura, infatti, un regime in proroga sulla detraibilità dell’IVA ferma al 40%. Mentre in Germania, in Inghilterra e in Spagna si detrae il 100%. Un regime straordinario, il nostro, in vigore dal 2007 e prorogato sistematicamente ogni tre anni. Anche un aumento graduale, scaglionato nel tempo, produrrà benefici per l’Erario grazie all’aumento di immatricolazioni.
In Italia su un totale di circa 38 milioni di vetture circolanti, ben il 30% (oltre 11,5 milioni di auto) è pre Euro 4, quindi con più di 14 anni di età, con evidenti maggiori livelli di inquinamento.
Le finalità perseguite dalla norma sugli ecoincentivi previsti nella Legge di Bilancio per il 2019 hanno riguardato una fascia limitata del mercato nazionale. Nella fase economica che seguirà l’emergenza attuale è presumibile che la capacità di spesa e l’attitudine a investire somme consistenti sarà molto limitata.
Considerando il costo minimo di un veicolo agevolabile (circa 25.000-38.000 euro) e quello medio di un’autovettura usata (12.000 euro), gli incentivi potrebbero essere estesi alle vetture con minori emissioni (EURO 6). Con tale misura si raggiungerebbero più facilmente quelle fasce di contribuenti con reddito medio-basso, che utilizzano proprio le vetture più “anziane”, quelle con motorizzazioni maggiormente inquinanti.