I carburanti sintetici stanno diventando sempre più importanti: ecco cosa sono e perché possono rappresentare la svolta per il mondo a quattro ruote.
Il futuro del mondo dell’auto è sempre più sostenibile ed ecologico. Tutte le casa automobilistiche, infatti, stanno cercando di studiare soluzioni che rendano le loro vetture sempre più green; non solo auto elettriche, ma anche soluzioni che possano permettere di consumare meno senza per forza rivolgersi all’energia elettrica.
Tra le soluzioni in via di sviluppo c’è anche quella legata ai carburanti sintetici che possono veramente rappresentare il futuro dell’industria automobilistica. Questi carburanti innovativi stanno dimostrando nel mondo delle corse la loro validità, candidandosi così come soluzione parallela all’elettrificazione di tutto il parco circolante. Gli “e-fuel”, infatti, sono stati inseriti dall’Unione Europea all’interno delle alimentazioni consentite dopo l’addio ai motori termici previsto per il 1° gennaio 2035 confermando, in questo modo, di poter rappresentare una delle soluzioni per il futuro.
Cosa sono e come vengono prodotti i carburanti sintetici
Considerati come dei salvatori per le vetture endotermiche, altrimenti destinate ad estinguersi a partire dal 2035, i carburanti sintetici hanno degli evidenti vantaggi a livello ambientale. Dal punto di vista chimico, infatti, questi e-fuel sono completamente identici a livello molecolare rispetto a benzina e diesel tradizionali, ma non derivano dall’estrazione e raffinazione del petrolio ma vengono prodotti combinando chimicamente idrogeno ed anidride carbonica. L’idrogeno utilizzato, infatti, è di tipo green, ovvero ottenuto dall’elettrolisi dell’acqua ottenuta dalla desalinizzazione dell’acqua di mare mentre l’anidride carbonica, invece, viene catturata da quella presente nell’atmosfera tramite un catalizzatore ad alta pressione.
Questi processi, però, richiedono un’enorme quantità di acqua molta energia elettrica che viene garantita da una fonte rinnovabile di energia elettrica come quella solare, eolica, geotermica, idrica o derivata dalle maree con l’idrogeno che viene combinato con la CO2 catturata dall’atmosfera. Attraverso un processo chimico industriale, quindi, i due gas di sintesi, ovvero monossido di carbonio e idrogeno, vengono ridotti a condizioni di temperatura compresa tra i 170 e i 220 °C e ad una pressione tra 1 e 10 atmosfere. La reazione è condotta su un letto catalitico formato da ossido di cobalto, cobalto metallico, ossido di magnesio e biossido di torio, e permette di ottenere idrocarburi caratterizzati da grandezza della catena carboniosa e gradi di saturazione diversi ottenendo una sorta di e-petrolio, che sottoposta a un ulteriore processo di raffinazione dà vita a diversi tipi di carburanti sintetici che una volta inseriti all’interno di una camera di combustione, bruciano in maniera identica ai carburanti fossili.
La loro neutralità carbonica, quindi, deriva dal fatto che il carbonio che forma il carburante sintetico è quello prelevato dall’atmosfera, e la produzione, se supportata da fonti rinnovabili, è completamente pulita. L’anidride carbonica emessa dallo scarico, quindi, è compensata e pari a quella catturata dall’atmosfera, rendendo lo scambio totale di anidride carbonica tra produzione e combustione neutro. Non ci sarebbe quindi una riduzione delle emissioni di CO2, quanto una sostanziale stabilità nella quantità di anidride carbonica a livello globale.
Perché i carburanti sintetici sono il futuro dell’auto
I carburanti sintetici, quindi, possono rappresentare il futuro soprattutto se si pensa ai veicoli endotermici. Se infatti per le auto elettriche questi non rappresentano una svolta, lo sono per tutti quei veicoli a benzina o diesel. Gli e-fuel, infatti, potrebbero essere un modo concreto per riuscire a eliminare – dove possibile – l’utilizzo di energie non rinnovabili. In uno scenario del genere, i carburanti sintetici sono l’unica salvezza per il motore termico, l’unico modo ad oggi possibile e realistico di continuare ad utilizzare motori a combustione interna per la mobilità.
Per diventare veramente il futuro dell’auto, i carburanti sintetici dovrebbero diventare economici – adesso il loro prezzo si aggira sui 3,5/4 euro al litro – quanto se non più della benzina derivata dal petrolio. Il rifornimento dovrebbe essere semplice, capillare e ben distribuito come quello degli odierni combustibili fossili, e, soprattutto, la produzione dovrebbe essere implementata ai livelli globali del petrolio, con tutti i costi che ne conseguono; cose che, almeno per il momento, non sembrano proponibili. Tra i punti di forza degli e-fuel, però, c’è senza dubbio la possibilità di utilizzare ancora le attuali automobili termiche, senza dover sprecare energia per costruirne di nuove elettriche. In più, utilizzando e riconvertendo le attuali raffinerie e la catena di oleodotti, cisterne e stazioni di servizio, ci sarebbe già a disposizione un’infrastruttura più che organizzata. Gli e-fuel, inoltre, sarebbero pronti per essere immessi sul mercato senza difficoltà a tutti i consumatori anche per la loro capacità di poter immagazzinare in una forma trasportabile, non deperibile e immagazzinabile l’energia elettrica.
Non è tutto oro ciò che luccica, però; anche i carburanti sintetici, come tutte le cose, hanno i loro svantaggi. Il primo e principale limite di questa soluzione è che, per quanto più pulita e più efficiente, l’implementazione di questi e-fuel creerebbe comunque nuovi inquinanti, seppur in quantità minori. Si andrebbe solo a limitare un problema enorme come quello dell’inquinamento, che le elettriche, se alimentate da fonti rinnovabili, sono in grado di risolvere, almeno per quanto riguarda le emissioni locali. Secondo gli studi, poi, nel 2035 solo il 2% delle automobili potrà essere alimentata con carburanti sintetici, una percentuale troppo bassa per far ricredere l’Europa. Altro problema legato ai carburanti sintetici è la loro produzioni limitata facendoli essere, per il momento, una soluzione per pochi eletti. Il prezzo di questi carburanti sintetici, vista la mole di tecnologie di altissimo livello impiegate e la complessità della produzione, dovrebbe rimanere di almeno il 50% superiore al prezzo attuale dei carburanti, quindi superiore ai 2,50 euro al litro, una cifra che scoraggerebbe la stragrande maggioranza degli automobilisti.