[didascalia fornitore=”Getty images”]Foto Getty images | China photos[/didascalia]
L’epidemia che sta colpendo la Cina, con il coronavirus che si sta diffondendo nel paese e l’emergenza sanitaria che sta progressivamente bloccando le attività economiche e industriali rischia di rallenatre anche il settore automobilistico: diverse aziende, infatti, hanno deciso di dare lo stop alla produzione non solo per il Capodanno cinese, ma anche per cercare di arginare la diffusione del virus varando piani di emergenza di diverse settimane e approntando misure precauzionali.
Coronavirus, le case auto corrono ai ripari
Il mercato dell’auto cinese è uno dei più importanti al mondo con Wuhan, la città dalla quale il virus è partito e che è stata isolata, che ospita gli impianti di assemblaggio del marchio cinese Dongfeng e di diverse case automobilistiche globali, tra cui il gruppo Psa, Renault, Nissan, Honda e General Motors alle quali si aggiunge una lunga lista di produttori di componentistica che comprende Bosch, Valeo e Magneti Marelli, solo per citarne alcune. Tra le case automobilistiche che hanno deciso di correre ai ripari c’è Toyota che, attraverso un comunicato, ha reso noto che “a partire dal 29 gennaio, abbiamo deciso di interrompere le operazioni nei nostri stabilimenti in Cina fino al 9 febbraio. Monitoreremo la situazione e prenderemo eventuali ulteriori decisioni sulle operazioni il 10 febbraio” si legge nella nota. Oltre a questo, poi, la casa giapponese ha anche annunciato che donerà 10 milioni di yuan (pari a 1,3 milioni di euro) alla Croce rossa cinese per aiutare le persone colpite dal virus.
Come riporta AutomotiveNews, in accordo con il governo di Pechino e con i rispettivi governi nazionali, molte aziende auto stanno iniziando ad evacuare il proprio personale non cinese, rimpatriandolo con voli di linea e charter. Psa, che ha tre stabilimenti a Wuhan in joint-venture con Dongfeng, ha già fatto sapere che rimpatrierà i propri dipendenti stranieri e le loro famiglie residenti nell’area di Wuhan mentre Renault ha offerto ai dipendenti stranieri del suo stabilimento di Wuhan la possibilità di lasciare temporaneamente il Paese. Nissan, invece, ha scelto di evacuare la maggior parte dei suoi dipendenti in trasferta e dei loro familiari da Wuhan usando un aereo inviato dal governo giapponese. Misura simile a quella scelta da Honda che evacuerà da Wuhan circa 30 lavoratori e famiglie giapponesi usando un aereo charter.
Ambulanze per contrastare l’emergenza
Tantissime, poi, le case automobilistiche che stanno aiutando in maniera concreta il governo cinese: nome importanti come Daimler, Honda, BMW, Toyota e Dongfeng Motor hanno deciso di donare a favore di numerosi enti somme importanti per aiutare gli abitanti di Wuhan e della sua provincia con cifre che vanno dai 650 mila ai tre milioni di euro. Tesla ha, invece, deciso di rendere gratuite le ricariche presso la sua rete di stazioni Supercharger fino a quando non sarà risolta la crisi sanitaria. C’è anche chi, come Ford, ha deciso di richiamare dalle ferie alcuni dipendenti della sua fabbrica – attiva in joint-venture con la cinese Jiangling Motor – per assemblare 600 furgoni Ford Transit trasformati in ambulanze speciali destinate al trasporto di pazienti infetti. Esempio seguito anche da Saic Motor e Beiqi Foton Motor, due case automobilistiche cinesi che hanno iniziato a produrre veicoli per aiutare a trasferire le persone.