Quando arriva il 24 giugno, giorno del compleanno Alfa Romeo, dai più giovani ai più datati appassionati del Biscione, si liberano nella mente percezioni e ricordi decisamente differenti, sebbene convoglino in un’unica direzione. L’amore per un marchio fatto di successi nelle competizioni, modelli iconici indimenticabili, nuovi arrivi sulla scena del panorama automotive da ammirare. E pronti a far proseguire, con l’ennesimo compleanno Alfa Romeo festeggiato, una gloriosa storia del brand italiano più leggendario, con un passato lungo ben 110 anni.
Ebbene sì. Una storia lunga oltre un secolo. Che parte dal 24 giugno del 1910 quando l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili iniziava l’attività. Appunto A.L.F.A. E diventa Alfa Romeo nel 1918, grazie all’intervento dell’ingegnere e senatore Nicola Romeo che Alfa riuscirà a sopravvivere alla crisi della prima guerra mondiale. Prima degli eventi bellici, aveva visto la luce l’Alfa 24 HP, il primo modello prodotto. Aveva un motore monoblocco in ghisa a quattro cilindri in linea 4.0 cc da 42 cavalli e raggiungeva i 100 km/h, velocità notevole per i tempi. La sportività della casa è quindi impressa nel suo codice genetico. La 24 HP ottenne un discreto successo commerciale.
La Prima Guerra Mondiale fu per tutte le case automobilistiche dell’epoca un momento di grande crisi. Alfa da automobili si mise a produrre munizioni, motori per l’aeronautica e attrezzature per le miniere. Ma è con gli anni ’20 la ripresa e la prima entrata nel settore corse. Nel 1925, fu la P2 di Vittorio Jano a vincere il primo campionato automobilistico mai disputato. E sono poi anni Trenta splendidi per Alfa Romeo. Sotto la guida di Ugo Gobbato e Vittorio Jano nascono la 6C 1500, la 8C 2300 e la 8C 2900, modelli che porteranno Alfa Romeo a guadagnare considerazione a livello internazionale.
Gli anni ’30 videro l’ascesa di Alfa Romeo ad un livello che si può tranquillamente definire mitologico con Tazio Nuvolari. Vinse tutto e ovunque. La sua grandezza assunse un valore anche superiore quando nel 1935, al volante di una P3, si aggiudicò gare che tutti ritenevano impossibili contro le strapotenti tedesche Mercedes e Auto Union. Nel 1937 l’Alfa Romeo tornò ufficialmente a gestire le competizioni e ingaggiò Ferrari come direttore sportivo fino al 1939.
La lenta e difficile ricostruzione dell’Italia dopo la distruzione nella seconda guerra mondiale ci porta al 1950. Anno in cui nasce la Formula 1. E indovinate chi ha vinto le prime due edizioni? Alfa Romeo. Nel 1950 con Nino Farina e nel 1951 con Juan Manuel Fangio.
Ma è il 1955 a segnare l’arrivo della prima Alfa iconica. Nel 1955 nasce la berlina Giulietta, preceduta pochi mesi prima dalla coupé Giulietta Sprint. Motore 1.3 da 79 cavalli, era la vettura ideale per la media borghesia.
Nel 1960 alla presidenza arriva Giuseppe Luraghi. E con lui nasce la nuova fabbrica nell’enorme insediamento di Arese, a cui si affiancarono la pista di Balocco e, dal 1968, la fabbrica meridionale di Pomigliano d’Arco. Gli anni sessanta sono caratterizzati dall’arrivo di un’altra storica auto Alfa Romeo. L’emblematica Giulia e le sue declinazioni sportive. Sono gli anni d’oro di Alfa Romeo. Motori 1.6 e 1.3, riscosse un enorme successo commerciale. La sua versione sportiva, la coupé Giulia GT, nella sua configurazione da corsa Giulia GTA, fu la regina delle competizioni turismo per più di un decennio.
Ed infine la derivazione 1600 Spider, soprannominata Duetto, fece raggiungere alla casa il punto più alto della sua fama, grazie al successo in America di questo modello.
Gli anni settanta furono caratterizzati da grandi agitazioni sindacali e fenomeni di sabotaggio nelle fabbriche. Un periodo politico italiano complicato dove il terrorismo rosso lasciò il suo segno. Nel 1972, dopo molti ritardi, lo stabilimento di Pomigliano d’Arco fu pienamente operativo; dalle sue linee uscì l’Alfasud. Fu la prima Alfa Romeo a trazione anteriore e la prima a montare un motore boxer. E sempre nel 1972 dall’impianto di Arese uscì l’Alfetta, l’erede della Giulia. Nonostante le buone vendite, l’Alfetta fu un bagno di sangue finanziario, perché produrla costava il triplo di quello che faceva incassare. Inoltre le interferenze politiche diventavano sempre più pesanti e nel 1974 Luraghi lasciò Alfa Romeo con la crisi petrolifera alle porte.
Non miglioreranno le condizioni negli anni Ottanta, anzi. Tra i modelli Alfa con minor successo che si ricordino, la Arna, frutto di una collaborazione con Nissan. Un barlume di luce, invece, arrivò con l’Alfa 33. Complessivamente, però, i costi di produzione troppo elevati affondavano i bilanci, così l’IRI decise di vendere Alfa Romeo e nel 1986 passa a Fiat, dopo un’aspra lotta con Ford. Si ricordano, degli anni ’80, l’Alfa 90 e l’Alfa 75, l’ultima a trazione posteriore prima dell’attuale Giulia.
Nei primi anni dopo l’acquisizione la Fiat operò pesanti ristrutturazioni per ridurre perdite e debiti. Le sinergie industriali del gruppo Fiat portarono ad una estesa condivisione della meccanica fra il marchio torinese e l’Alfa. Ciò portò a modelli abbastanza anonimi e allontanò progressivamente la clientela tradizionale. In particolare l’Alfa 155, che sostituì l’Alfa 75 dal 1992, fu la prima berlina di punta della casa ad adottare la trazione anteriore e questo non fu apprezzato dal mercato degli alfisti. Le cose migliorarono dal 1997 col lancio dell’Alfa156, soprattutto in virtù del suo design unico, firmato da Walter de Silva. Un sussulto d’orgoglio proseguito con l’Alfa Romeo 147. La splendida Brera pagò, invece, caratteristiche tecniche non del tutto idonee a una coupé sportiva: troppo pesante. Stesso dicasi per la berlina e wagon 159.
La fine del XX secolo vide il canto del cigno dell’Alfa Romeo nelle competizioni, sempre nelle categorie turismo. La 155 V6 TI compì un’impresa nel 1993 vincendo il campionato DTM in casa dei colossi tedeschi con Nicola Larini, che si aggiudicò il titolo, e Alessandro Nannini. Anche la 156 si comportò bene, vincendo quattro titoli europei consecutivi dal 2000 al 2003, tre con Fabrizio Giovanardi e uno con Gabriele Tarquini. Nel 2005 ci fu il ritiro definitivo dell’Alfa Romeo dalle corse. Mentre lo stabilimento di Arese venne progressivamente ridimensionato, fino alla chiusura avvenuta nel 2005.
Leggi anche: Alfa Romeo, i modelli che hanno fatto la storia
Siamo ad oggi. Nel 2010 torna nei listini dell’Alfa una Giulietta, era la terza volta. Linea molto moderna e accattivante e diverse caratteristiche sportive le hanno dato un buon riscontro commerciale, soprattutto agli inizi. Il rilancio dell’immagine sportiva è fondamentale per riportare l’Alfa Romeo al successo che le compete. Si comincia nel 2013 con l’Alfa 4C, una coupé e poi spider in serie limitata leggerissima e di pura impostazione sportiva, col ritorno alla trazione posteriore. Poi ancora la nuova Giulia. Un assaggio nel 2015 con la versione Quadrifoglio da 510 cavalli e la serie regolare nel 2016.
Ma Giulia è il preambolo ad un altro passo importante di Alfa Romeo nel panorama automotive moderno. Quello dell’ingresso nel segmento dei SUV. A fare breccia è Alfa Romeo Stelvio nel 2017 prima Sport Utility del marchio del Biscione. Modello partito dalla stessa piattaforma a trazione posteriore (o integrale) della Giulia. E ora Alfa Romeo è riuscita a presentare il prototipo del modello di dimensioni medie (segmento C) che dovrà raccogliere il testimone della Giulietta, giunta a fine carriera. E chiaramente un altro SUV. Compatto. Alfa Romeo Tonale, nel 2019 concept che ha stupito tutti al Salone di Ginevra. Data di presentazione ufficiale 2021, l’ultimo dei modelli della casa italiana che festeggia i suoi 110 anni nella miglior maniera possibile.
Leggi anche: logo Alfa Romeo, l’evoluzione dello stemma con il Biscione