Siamo sicuri che per acquistare una Ferrari basti un buon conto in banca? Sembrerebbe di no. Ecco cosa ci vuole.
Chi lo ha detto che per mettersi al volante di un bolide rosso fiammante sia sufficiente essere ricchi? Guidare un veicolo dalle grandi prestazioni come quelli proposti dalla Casa di Maranello, non è esattamente un gioco da ragazzi o qualcosa che tutti possono permettersi di fare. Ci voglio dei requisiti ben precisi, che vedono coinvolti soprattutto i collezionisti. In pochi sanno infatti dell’esistenza di un programma fedeltà voluto dalla Ferrari stessa.
Questo sistema riguarda in particolare i pezzi più pregiati, quelli esclusivi e magari a tiratura limitata. Sulla carta un magnate qualsiasi potrebbe acquistarne uno. Ma il Cavallino ha deciso che non debba essere così. La priorità spetta a coloro che si dimostrano più affezionati al marchio. Quindi, almeno per una volta i soldi non contano. Dunque, prerogativa per poter accedere a certi tipi di modelli è custodirne in garage degli altri. Possibilmente non ritoccati né nell’estetica, nell’essenza, attraverso kit di messa a punto.
Cosa fare per avere una Ferrari
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, diciamo che voci di corridoio narrano che chi si è portato a casa una delle 499 Monza SP1 o SP2 realizzate a Maranello nel 2018, sia diventato proprietario pure di una Daytona SP3, prodotta in 599 repliche. Un esempio ce lo fornisce il calciatore del Milan Zlatan Ibrahimovic, il quale nel suo box vanta già l’accoppiata. Non sappiamo ovviamente cosa abbia effettivamente pagato l’attaccante svedese. Ciò che è noto è che i due gioielli venduti singolarmente vanno dal 1,6 milioni di euro della Monza, ai 2 dell’ultima nata.
Altro aspetto poco noto sono le quote. Ovvero le repliche effettivamente rilasciate dal costruttore. Stando a quanto si apprende, il brand modenese produrrebbe l’esatto numero o quasi di autovetture a seconda dei potenziali clienti. Potremmo dire che sono fatte su misura e tutte le unità sono già assegnate prima ancora di vedere la luce.
E’ bene sottolineare che le suddette limitazioni non sono determinate da clausole contrattuali tra l’azienda italiana, il concessionario e l’utente finale, ma è come se fosse un regolamento non scritto. Sta dunque al singolo fare in modo di far durare nel tempo questo suo status di privilegiato.
Sembra quasi impossibile, ma potrebbe anche capitare di non apprezzare l’auto che è stata consegnata. Cosa succede in un frangente del genere? O meglio, come bisogna procedere? Se si è insoddisfatti, si può rivendere, con discrezione, direttamente al dealer tramite cui è stato fatto l’acquisto, lasciando stare inserzioni o peggio ancora aste. In questa maniera verrà data una chance a chi era in lista d’attesta. Chi era stato escluso inizialmente, potrà quindi godere di un prodotto di alto livello, sebbene, non ad hoc, ma con livrea, configurazioni e accessori determinati dal proprietario precedente.
Ovviamente non vi è alcun obbligo di seguire questa procedura, tuttavia è altamente consigliato, in quanto va a bloccare eventuali operazioni speculative poco gradite a Ferrari e che tra l’altro potrebbero mettere in cattiva luce il cliente.