Il mondo dell’auto è in fermento e la sfida dell’elettrico ha cambiato anche il modo di concepirlo. Lanciato un nuovo prototipo futuristico.
Soprattutto quando si è in autostrada e si ha la possibilità di osservare una quantità importante di veicoli è facile costatare che si assomigliano tutti. Pochi costruttori oggi sono in grado di proporre un disegno unico e capace di attrarre l’attenzione, a meno che non si guardi alle vetture sportive e dalle grande prestazioni. Quelle sono decisamente un altro discorso.
Qualcuno tuttavia ha colto l’occasione del cambio strutturale che hanno richiesto le motorizzazione elettrica e ibrida per inventarsi qualcosa di davvero degno di nota. E’ una Casa giapponese che in collaborazione con una scuola molto importante ha dato vita ad un modello che potrebbe rivelarsi rivoluzionario.
Si chiama Moonstone ed è nato grazie al contributo di diciassette studenti del Master in Transportation Design che si sono uniti ai progettisti Mitsubishi. L’obiettivo era quello di creare una macchina che fosse quanto più possibile all’avanguardia nelle linee e rispettosa dell’ambiente. Grande attenzione all’aerodinamica, alta tecnologia, prestazioni da urlo e zero emissioni sono gli ingredienti di una concept car che ha voluto immaginare come sarà l’avvenire dell’automotive.
Prima di addentrarci nelle caratteristiche tecniche soffermiamoci sul nome, un chiaro rimando all’esplorazione dello spazio, un messaggio che la ricerca non deve essere mai interrotta neppure nel campo della produzione automobilistica.
Come abbiamo anticipato un focus particolare è stato dedicato alla strumentazione all’avanguardia, a partire dai lidar, rilevatori radar di ostacoli posizionati sul cofano, e dai fendinebbia che certo non passano inosservati. Dotata di quattro ruote motrici, l’estetica è quella di una sportcar, mentre gli interni realizzati sulla base di uno studio ergonomico garantiscono la massima abitabilità per tutti e quattro i passeggeri che possono essere ospitati.
Con un po’ di campanilismo possiamo dire che al domani delle quattro ruote ha contribuito anche l’Italia, visto che gli studenti impegnati provengono dallo IED di Torino.
L’idea di partenza è stata quella di declinare al futuro la formula del SUV, attualmente molto sfruttata. Il risultato che ne è uscito è di un’auto lunga 4,66 metri, larga 2 metri e alta poco meno di 1,7 metri.
L’aerodinamica è stata particolarmente curata con l’intenzione di incrementare l’efficienza di motore e batteria. Tra gli interventi più eclatanti vi è la rimozione degli specchietti retrovisori, sostituiti da telecamere come quelle succitate.
Le forme sono arrotondate, in netto contrasto con le preferenze attuali che puntano sulle spigolosità. L’altezza da terra è di 25 cm, i fanali sono stati posizionati in alto in modo da proteggerli da eventuali urti e per le ruote si è optato per cerchi voluminosi da 21 pollici e gomme adatte ad ogni tipo di fondo. La trazione è integrale, mentre non sono state diffuse note specifiche sulla portata della batteria e la potenza dell’unità motrice.
Ultima peculiarità che colloca quest’opera concettuale in un’ottica futuristica è la totale assenza di collegamenti reali tra i comandi e la meccanica. Tutto è connesso elettronicamente, il che rende l’abitacolo più spoglio rispetto alle macchine che siamo abituati a guidare.