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Come mai Stellantis perde in borsa: ecco cosa sta succedendo

Risultati negativi come non succedevano da due anni per il Gruppo Stellantis. Ci sono delle motivazioni gravi che stanno minando alcune certezze.

Il Gruppo Stellantis si è inserito con vigore all’interno del mercato, grazie ai tanti marchi finiti sotto alla sua egida. Ce ne sono ben quattordici e sono: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, FIAT, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall.

Il logo di Stellantis (allaguida.it)

Ci sono diversi veicoli in uscita per il presente, come ad esempio la Grande Panda. E per il futuro ci saranno altre proposte interessanti, come ad esempio la Citroën C3. Nel frattempo però la compagnia conoscerà una svolta importante, nel corso del 2025.

L’anno prossimo infatti l’attuale CEO, Carlos Tavares, si farà da parte. L’ex alto dirigente di Peugeot si farà da parte, probabilmente per ritirarsi a vita privata e per limitarsi a concedere delle consulenze. Al suo posto arriverà un nuovo amministratore delegato, con molta probabilità più giovane di età ma altrettanto preparato.

Intanto però, per quanto riguarda l’andamento in Borsa, il Gruppo Stellantis non sta vivendo uno dei suoi migliori momenti. La società è quotata sin dal suo primo giorno di esistenza ma ora ha subito un duro colpo. L’andamento del prezzo di una singola azione non ha lasciato sorridere gli azionisti.

Stellantis, quanto è quotata in Borsa ora?

Le quotazioni di Stellantis sono scese sotto la soglia dei 13 euro per azione, un livello che non si vedeva da ottobre del 2022. Questo calo è il risultato di una revisione al ribasso delle stime di vendite e profitti per l’anno in corso. Tendenza che, va detto, si sta manifestando anche tra i principali concorrenti del gruppo, come Volkswagen, Mercedes e BMW.

Auto in concessionaria (allaguida.it)

Si tratta di sviluppi che mettono in luce un momento di grande difficoltà per l’intero settore automobilistico. Tutto ciò è conseguenza di un andamento economico generale negativo, con i prezzi di tutto aumentati. Mentre però gli stipendi restano sostanzialmente bassi per affrontare spese extra come può esserlo l’acquisto di un veicolo.

Ed anche gli incentivi non risultano spesso essere soddisfacenti. Stellantis ha rivisto le sue previsioni attuali stimando un margine di risultato operativo compreso tra il 5,5% e il 7%. In netta diminuzione rispetto alla precedente stima che prometteva risultati a doppia cifra. C’è un significativo calo delle vendite, che ha colpito vari mercati, ma in modo particolare gli Stati Uniti.

Si prevede infatti una riduzione delle consegne alla rete di oltre 200.000 veicoli nel secondo semestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023. Per cercare di stimolare le vendite, l’azienda è costretta ad aumentare gli sconti, mentre le condizioni generali del mercato continuano a deteriorarsi, portando ad una competizione sempre più agguerrita sui prezzi.

In tutto ciò si parla anche di una possibile fusione tra Stellantis e Renault. Quest’ultima controlla anche Dacia, Lada, Renault Samsung Motors, Alpine e la cinese Jinbei & Huansong. Ad ogni modo, i prezzi alti rispetto al passato stanno spingendo nella maggior parte dei casi l’utenza a rivolgersi al mercato dell’usato.

E per quanto sarebbe bello per tanti possedere un veicolo elettrico od ibrido, anche in questi casi i costi non sono vantaggiosi. Frattanto il panorama attuale ha spinto i costruttori a minacciare chiusure di fabbriche, a meno che non vengano forniti sostanziali aiuti governativi. Proprio uno scontro simile è in atto in questi giorni tra Stellantis ed il Governo italiano.

Salvatore Lavino

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Salvatore Lavino