Essere fermati ad un posto di blocco è un’esperienza molto fastidiosa e per alcuni motivo d’ansia. Ecco come comportarsi.
Sebbene non capiti di frequente, quando si sta circolando in macchina può succedere di essere fermati dalle autorità per un controllo. Quella paletta sventolata da un rappresentante delle forze dell’ordine che ti indica di accostare, ad alcuni non fa né freddo, né caldo, mentre ad altri, fa sudare freddo. Anche se non si ha nulla da nascondere e si sa di avere l’auto in ordine, la famosa richiesta “patente e libretto”, seguita magari da altre domande sul veicolo possono innervosire.
E come è noto, farsi vedere tesi in un frangente del genere non è mai intelligente, in quanto si porta a far sorgere dei sospetti probabilmente immotivati su presunte infrazioni o irregolarità del mezzo.
Cosa fare dunque per affrontare questa esperienza con la massima tranquillità e non come una tortura? Qui di seguito vi forniremo un vademecum degli atteggiamenti da tenere e cosa invece è meglio evitare.
Posto di blocco, come comportarsi
Per prima cosa bisogna ricordarsi che non ci si può esimere dal fermarsi se richiamati. Occorre quindi obbedire e possibilmente mettersi in un punto sicuro del ciglio della strada, in modo da non essere d’intralcio agli altri automobilisti. E’ importante poi non scendere dalla macchina, a meno che non lo abbia domandato la polizia.
Come detto prima, patente e libretto devono essere mostrati subito. Opporre resistenza o rifiutarsi significa ricevere una multa che va dagli 87 ai 345 euro. Per quanto concerne il certificato dell’assicurazione deve essere presentato solamente se domandato, altrimenti basta sapere di averlo con sé nel rispetto della normativa.
Solitamente non viene chiesta la carta d’identità anche perché non vi è obbligo in Italia di portarla con sé e lo stesso vale per il passaporto. Quindi se l’autorità di turno ne fa domanda, si può rifiutare e fornire a voce le proprie generalità.
Se per qualsiasi motivo l’agente che sta effettuando il controllo cominciasse a porre interrogativi non inerenti al motivo del blocco, non si è tenuti a replicare.
Alle semplici chiacchiere e al vaglio dei documenti consegnati può seguire una parte più invasiva dell’operazione e certamente poco amata da chi si trova a subirla. Quella della perquisizione. Può verificarsi, ad esempio, che in aree critiche, dove sono stati segnalati veicoli sospetti, tutti quelli corrispondenti al modello indicato vengano fermate e analizzate con attenzione. In questo caso non ci si può opporre, perché fa parte delle facoltà delle forze di polizia. Inoltre si tratta dell’unico metodo per poter capire se il mezzo corrisponda a quanto indicato sul libretto e se sia conforme.
In accordo con quanto detto sopra, le autorità possono addirittura perquisire la persona al volante in caso di particolari sospetti. A quel punto l’automobilista deve mostrarsi collaborativo. Se indagato, gli verranno letti i diritti.
Se si viene invitati ad effettuare l’alcoltest è consigliabile non rifiutarsi, pena essere processati per guida in stato di ebbrezza. Chi sta effettuando i controlli, che sia in divisa o in borghese, non è tenuto a far conoscere le sue generalità, ma solo ad identificarsi tramite tessera di riconoscimento o placca. Infine, le forze dell’ordine possono essere filmate solamente mentre stanno svolgendo le loro funzioni.