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In questo articolo ripercorriamo insieme la storia della Citroen CX, che compie 40 anni proprio nel 2014. Ma torniamo un po’ indietro: siamo alla fine degli anni Sessanta ed in casa Citroen c’era l’interesse a creare una nuova vettura da piazzare nella fascia alta della gamma, un’auto che potesse essere una valida sostituta della gloriosa DS. Lo sviluppo di alcuni progetti collaterali, per così dire, ritarderà lo sviluppo della nuova ammiraglia del Double Chevron, ma nel 1968 nasce ufficialmente il cosiddetto progetto L. I fondi erano pochi, quindi si decise di sfruttare buona parte della tecnologia già vista sulla DS o su altri modelli, per cercare di ottimizzare gli sforzi economici. Questo significa che le motorizzazioni erano derivate da quelle della DS, mentre non mancavano di certo le famose sospensioni idropneumatiche.
Visto che dal punto di vista tecnico non c’erano certo grosse novità, i vertici della casa francese decisero di donarle in compenso un look futuristico, sia dentro che fuori. Firmata dalla mano di Robert Opron, nasceva quindi una due volumi originale e simile alla Citroen GS. Nel 1972 era ancora un prototipo, ma il modello definitivo avrebbe mantenuto lo stesso identico stile.
Il progetto fu terminato nella fine del 1973, ma dal giugno del 1974 la produzione inizio ufficialmente. Nasceva così la Citroen CX, presentata ufficialmente al Salone di Parigi di quell’anno, ma anticipata da un evento in Lapponia.
Lo stile
La Citroen CX deve il suo nome alla sua straordinaria aerodinamica, frutto di ampi studi da parte dei progettisti dell’epoca, che le valsero il risultato di un Cx di appena 0.375, un valore molto notevole per quell’epoca. Esteticamente si presentava come una berlinona un po’ insolita, due volumi anzichè a tre come era più comune vedere. L’ampio cofano anteriore era preceduto da gruppi ottici dallo sguardo quasi simpatico, a sviluppo orizzontale, raccordati da un’ampia mascherina. L’andamento della fiancata era molto particolare, per certi versi strizzava l’occhio al mondo delle coupé, con un posteriore molto inclinato, che contribuiva a sua volta a migliorare l’aerodinamica. Da notare il fatto che il vetro del lunotto fosse concavo.
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Queste trovate innovative in termini di design proseguono anche dentro, dove si viene accolti da un ambiente ben rifinito e molto spazioso. Il primo elemento che cattura gli sguardi è forse il volante monorazza, che cela dietro di sé una moderna strumentazione a tamburo rotante, anzichè con i classici indicatori a lancetta. C’era poi il cosiddetto dispositivo PRN, ovvero due satelliti disposti in prossimità del volante che permettevano al guidatore di agire su varie funzioni di bordo (ad esempio: luci, tergicristalli, indicatori di direzione, ecc.) senza dover distogliere lo sguardo o togliere le mani dal volante. Un’anticipazione dei moderni volanti multifunzionali, tanto per intenderci.
Scheda tecnica
Una vera chicca meccanica della Citroen CX erano le sospensioni idropneumatiche con bracci oscillanti, barre antirollio e regolazione automatica dell’assetto. Per quanto riguarda l’impianto frenante, i francesi optarono per quattro freni a disco, con quelli anteriori autoventilanti.
Il motore al lancio era un 2.0 litri a carburatore da 102 cavalli, derivato da quello della DS. Il motore era stato inclinato di 30° per esigenze stilistiche ed aerodinamiche, mentre per la prima volta in casa Citroen veniva montato in posizione trasversale, con evidenti vantaggi in termini di abitabilità. Il cambio era un manuale a 4 marce, derivato da quello della Lancia Beta (era stato siglato un accordo tra l’azienda francese e quella italiana).
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Prima serie
All’inizio del 1975 la gamma vede l’introduzione di un nuovo motore 2.2 litri, derivato ancora una volta dalla gamma della DS. La CX 2200 aveva 112 CV e nello stesso anno conquistava il titolo di Auto dell’Anno. Sul finire dello stesso anno la gamma venne ampliata ulteriormente con l’arrivo di nuovi allestimenti (Confort, Super e Pallas) e con l’introduzione della versione diesel, CX 2200 Diesel con un 2.2 litri aspirato da 66 cavalli. Ma la vera novità di quell’anno fu l’arrivo della versione station wagon, denominata Citroen CX Break, dotata di un bagagliaio notevole e di due file di sedili posteriori.
Nel 1976 arriva un nuovo motore 2.4 da 115 CV, ancora una volta preso in prestito dalla DS, che rimpiazzerà il 2.2. Arriva anche una versione lussuosa, battezzata Prestige, che presenta un passo maggiorato di 25 cm per aumentare lo spazio interno. L’anno successivo è la volta della CX 2400 GTi, sempre 2.4 ma con iniezione elettronica, cambio manuale a 5 marce e 128 CV, che le facevano toccare i 190 km/h di velocità massima.
Nel 1977 viene aggiornata la versione diesel con un nuovo motore 2.5 aspirato da 75 CV, scelta dettata dall’ampio successo delle versioni diesel, scelte da circa la metà dei clienti per i bassissimi costi di esercizio. Nel 1979 l’abitacolo riceve alcuni aggiornamenti marginali, mentre la versione 2.0 guadagna un nuovo motore sviluppato insieme a Renault con 106 CV di potenza. Nel corso degli anni, però, complice la crisi petrolifera, le vendite cominciarono a calare e l’azienda decise di rinnovare la gamma nel 1982. Arriva anche un nuovo motore da 2.5 litri con 138 CV, mentre tra i diesel arriva per la prima volta un motore sovralimentato, sempre da 2.5 litri, con 95 cavalli.
Nell’ottobre del 1984 arriva una nuova versione al top di gamma, la CX GTi Turbo, dotata del 2.5 litri sovralimentato che toccava quota 168 CV, dotata anche di sistema ABS. Velocità massima di 220 km/h per lei.
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Seconda serie
Nel luglio del 1985 arriva un restyling, nemmeno troppo marcato, della Citroen CX. Esteticamente i paraurti in lamiera venivano rimpiazzati da quelli in materiale plastico, venivano ridisegnati i passaruota e gli specchietti retrovisori. All’interno cambiava la strumentazione, ora normale a tachimetro. Arriva anche la versione Prestige Turbo, con lo stesso motore della GTi, mentre a partire dal 1986 quest’ultima beneficia di intercooler ad aria. Nasceva, quindi, la CX 25 GTi Turbo 2, che poteva anche essere dotata di catalizzatore, che penalizzava la potenza riducendola a 160 CV. L’intercooler viene adottato nel 1987 anche dalla versione turbodiesel, che arriva a toccare una potenza massima di 120 CV, con una velocità massima di 195 km/h. Era la diesel più veloce al mondo.
Nel maggio 1989 finisce la carriera della CX berlina (la Break rimane in vendita ancora per due anni), rimpiazzata dalla Citroen XM. Ne sono stati prodotti ben 1.169.695 esemplari.