Le strategie dei colossi cinesi rischiano di affossare i grandi costruttori? Stellantis ha una contromossa che coinvolge tutti i marchi FIAT
Nel mercato globale sopravvivono solo i grandi gruppi, è un dato di fatto anche nel mondo dei motori. Ma se nel calcio il timore per l’occidente è l’espansione dei Paesi arabi, nella produzione delle auto è la Cina a costituire un punto di domanda preciso, anche per Stellantis.
L’azienda da poco ha comunicato i dati economici del primo semestre 2023, confermando di aver chiuso con ricavi e utili in crescita. In particolare i ricavi netti sono pari a 98,4 miliardi di euro, in crescita del 12% rispetto al primo semestre 2022, grazie in particolare alle maggiori consegne.
Stellantis ha anche fatto segnare un utile netto di 10,9 miliardi di euro, con una crescita del 37%. E il flusso di cassa industriale è pari a 8,7 miliardi di euro, in aumento di 3,3 miliardi di euro rispetto al primo semestre del 2022.
Complessivamente sono state consegnate 3,327 milioni di vetture, pari ad un aumento del 10%, e le vendite globali dei modelli elettrici sono in aumento del 24%, con circa 169.000 unità. Un risultato che colloca il gruppo così al terzo posto sul mercato EU30 per vendite totali di modelli totalmente elettrici. In tutto ci sono già 25 modelli e sono in programma altri 23 lanci di auto nuove entro il 2024.
Come sempre strategico rimane il mercato europeo. Complessivamente nel primo semestre di quest’anno sono stati venduti 1,44 milioni di veicoli, compresi quelli commerciali per una crescita del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. Un risultato che colloca Stellantis in una quota di mercato del 19,1% in Europa.
In particolare nel mercato delle elettriche, Stellantis domina il segmento A con il 39% di quota, ma anche i segmenti B e B-SUV, rispettivamente con il 62% e 53% di quota. E poi anche il segmento dei veicoli commerciali leggeri con 46% di quota. E nel mercato dei veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV), Stellantis è leader in Francia, Italia e Spagna.
Bene il mercato del Nord America con 1,02 milioni di consegne, pari ad una crescita del 7%, in crescita anche le consegne in Middle East & Africa e in Sud America. Ci sono invece risultati in calo per la regione Cina, India e Asia Pacifico.
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Come comportarsi quindi di fronte alla minaccia cinese? Qualche mese fa Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, ancora una volta aveva lanciato l’allarme riguardo sull’espansione dei costruttori cinesi. Ormai sono presenti anche in Europa con diversi modelli funzionali e dai pressi molto competitivi, come è tipico della loro mentalità.
Questo rischia di erodere una bella fetta di mercato, soprattutto nei segmenti medi, ma adesso anche in quello dei SUV e delle berline di lusso. Una concorrenza che i costruttori europei saranno in grado di reggere? Una scelta è quella di spostare la produzione nelle fabbriche di Paesi nei quali i costi sono inferiori, con tutto quello che comporterebbe anche per l’Italia.
L’altra però è creare nuove partnership, direttamente con costruttori cinesi. Come sta facendo Stellantis in questi giorni, almeno secondo le ultime indiscrezioni di stampa. Una in particolare, preannunciata dall’agenzia Bloomberg e che vedrebbe coinvolta Zhejiang Leapmotor Technologies, azienda cinese specializzata nel settore delle auto elettriche.
Qui più che altri si tratta di battere la concorrenza sul tempo, perché pare che anche Volkswagen sia molto interessata a stringere un accordo commerciale con il produttore cinese. Attualmente in quel Paese in effetti Stellantis ha già operativo un accordo con Dongfeng Motor per la produzione di veicoli a marchio Peugeot e Citroen.
In effetti, anche se per ora sia da Stellantis che da Leapmotor nessuno ha voluto commentare le indiscrezioni, sarebbe un colpo decisivo. Ancora di più dopo la rottura con la Gac di Guangzhou, fabbrica dove erano assemblate le Jeep.
Stellantis infatti con questa mossa potrebbe commercializzare nuovi prodotti per i clienti asiatici senza dover fare investimenti faraonici. In più, potrebbe mantenere gli stessi prezzi concorrenziali necessari per fare breccia nella clientela cinese.
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Le strategie di Stellantis però sono diversificate anche per la Cina. Non a caso di recente Alfa Romeo a Shanghai ha presentato il suo piano decennale per il mercato cinese che al momento è più grande al mondo nel segmento delle auto di medie e lunghe misure.
Una strategia chiara per rilanciare l’immagine di un marchio storico e le sue vendite nel Paese asiatico, puntando su modelli esclusivi e servizi personalizzati e innovazione tecnologica. Il piano quindi ipotizza il lancio di diversi nuovi modelli entro il 2030 e tra questi anche la nuova Alfa Romeo Giulia elettrica, basata sulla piattaforma STLA Large di Stellantis. Poi arriveranno anche la nuova Stelvio e un’ammiraglia, ma solo nel 2027 e che non sarà un SUV classico.
Alfa Romeo in effetti ha chiuso il primo semestre 2023 con risultati in netta crescita dopo un lungo periodo di stallo. Le immatricolazioni a livello globale hanno fatto registrare un aumento del 57% rispetto al primo semestre 2022: in particolare +131% in Italia, +123% in Francia e +116% in Germania. Ma sono importanti anche i dati arrivata dalla Cina. Nel mesi di maggio 2023 le immatricolazioni hanno fatto segnare un ottimo +94% rispetto allo stesso mese del 2022, con la Giulia che nel semestre è salita del 35%.
Ecco perché Alfa Romeo ha appena presentato in Cina la nuova Giulia e la nuova Stelvio ma soprattutto ha debuttato a Hong Kong con il primo concessionario ufficiale. “I risultati del primo semestre gratificano il lavoro svolto da tutto il team. Proseguiamo con determinazione per fare in modo che il 2023 si concluda con risultati in continuità e ancora migliori di un primo semestre estremamente positivo, ha commentato commenta Jean Philippe Imparato, Ceo del Biscione.