La novità del 2024 della FIAT vanta una serie di motori all’avanguardia. Saranno tutti prodotti in Italia? Ecco la verità sulla nuova Grande Panda.
La Grande Panda è stata presentata in occasione dei 125 anni della FIAT. Una data storica che è coincisa con un nuovo corso all’insegna dell’elettrico e della differenziazione dell’offerta. Si tratta di un crossover compatto di segmento B, destinato inizialmente solo al mercato europeo e in seguito a quello globale. Con una lunghezza di circa quattro metri (3,99) m, la Grande Panda è più grande dell’utilitaria di segmento A e riprende alcuni tratti estetici del primo storico modello. Il design, infatti, è squadrato e massiccio.

I cerchi in acciaio da 16″ vantano pneumatici di dimensioni 205/60R16, riprendendo il motivo della FIAT di prima generazione. Sono state scelte luci alogene per i gruppi ottici. Come da tradizione per le varie serie Panda i gusci degli specchietti sono in plastica nera. L’abitacolo è concepito con due monitor per strumentazione digitale (da 10″) e infotainment (da 10,25″), donando quel tocco di modernità che mancava alla sorella minore.
La versione base è più semplice e fa a meno anche dei comandi elettrici per gli specchietti retrovisori, con il ritorno delle classiche leve, e per i vetri posteriori. Il resto della dotazione è composto da 2 altoparlanti, 6 airbag e tutti gli assistenti alla guida obbligatori da luglio 2024. La Grande Panda Pop ha sotto il cofano un motore mild hybrid da 100 CV, costituto dal 1.2 tre cilindri affiancato da un piccolo motore elettrico da 21 kW (28,5 CV) integrato nel cambio e alimentato da una piccola batteria agli ioni di litio a 48 Volt da 0,9 kWh.
FIAT Grande Panda, la scelta dei motori
Condivisi con il gruppo anche i propulsori. Il 1.2 turbo a tre cilindri deriva, infatti, da quello elaborato nel 2012 dal gruppo PSA (Peugeot-Citroën), prima della fusione con FCA in Stellantis e nella versione ibrida vanta circa il 40% delle sue componenti di nuova progettazione. Fra le sue caratteristiche, la distribuzione a catena, anziché la cinghia a bagno d’olio impiegata che aveva palesato dei problemi tecnici. Ha una rivale francese non a caso che sta facendo faville sul mercato.

E’ stata fatta una scelta a geometria variabile per una maggiore risposta del motore: le palette della chiocciola cambiano inclinazione variando il flusso d’aria, perfezionato in base al regime di rotazione del motore. Inoltre, il 1.2 funziona a ciclo Miller, anziché nel diffuso Otto, questo per limitare lo sforzo del pistone in fase di risalita. Le valvole di aspirazione si chiudono un po’ dopo. Il motore elettrico gode di 29 CV ed è inserito nel cambio robotizzato a doppia frizione. A velocità inferiori a 30 km/h può spostare l’auto da solo per circa 1 km.