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Centenario Maserati, i modelli storici del Tridente [FOTO]

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La lunga volata verso il centenario è iniziata. Taglia il traguardo l’1 dicembre 2014 Maserati, si lascia alle spalle mezzo secolo di successi, difficoltà, rinascite e l’inconfondibile Tridente che ha portato in giro sui circuiti la sportività italiana. E’ storia di famiglia, iniziata nel 1913 e diventata società nel 1914, quella Società Anonima Alfieri Maserati creata da uno dei sette fratelli Maserati. Avrà al suo fianco anche Bindo, Ettore ed Ernesto, Alfieri.
Proprio in occasione del centenario, nel 2014 è arrivata la nuova Maserati Levante, omaggio a quella via Emilia Levante dove si stabilirono le Officine Maserati.

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Un suv? Mai prima d’ora. Nemmeno quando si chiamavano fuoristrada. Maserati ha fatto della sportività e del lusso il suo marchio di fabbrica, così gli unici verbi che si possono parlare sono quelli delle coupé, delle ammiraglie, fino anche alle spider, purché rigorosamente emozionali e ad alte prestazioni.
Il passato nelle competizioni è tutto della Squadra Corse Maserati, impegnata a raccogliere successi tra il 1948 e il 1950 con la 4CLT, monoposto dal telaio tubolare, evoluzione della 4C e accreditata di 260 cavalli, una velocità massima di 270 orari e un palmares che dice 18 gran premi nel dopoguerra più altre 5 affermazioni. I grandissimi dell’automobilismo, Fangio e Moss, saranno al volante della Maserati 250F tra il 1954 e il 1958, monoposto che ottenne 55 vittorie e spinta dal motore sei cilindri in linea da 270 cavalli e un peso di appena 650 kg. Il mondiale arriverà nel 1957 con l’argentino.

E le auto “di serie”? L’ultima progettata da Ernesto, Ettore e Bindo Maserati fu la A6G CS, da ricordare perché segnerà la fine dell’era dei motori sovralimentati: sei cilindri, 2 litri, 170 cavalli e 235 km/h. Il futuro sarà nel segno dei propulsori aspirati.
Una perla di rara bellezza è la Typo61 Birdcage, costruita tra il 1959 e il 1961, peso piuma (600 kg) e 250 cavalli dal motore quattro cilindri da 2.9 litri: velocità oltre i 300 orari. Ci sono, però, alcuni nomi che rappresentano il trait-d’union tra passato e presente. Uno di questi è Quattroporte, ovvero, l’ammiraglia secondo Maserati. Prima, nel 1957, la nascita della Maserati 3500GT, una due porte da 4 metri e 78 centimetri con motore sei cilindri da 220 cavalli. Prodotta fino al 1964 sarà la prima auto italiana a montare l’iniezione al posto dei carburatori, portando la potenza a 235 cavalli. Nel 1963 arriva la Quattroporte prima generazione, prodotta fino al 1970. Seguiranno altre cinque generazioni, fino all’attuale, portata al debutto sul mercato nel 2012. Tra il 1979 e il 1990, la terza serie di Quattroporte, si ebbe il lasso di tempo più lungo, che corrisponde con la grande crisi, quella successiva all’abbandono di Citroen, che aveva rilevato il marchio nel 1971, in concomitanza con la presentazione della Maserati Bora. La firma è di Giugiaro, il motore un V8 da 4.7 litri e 330 cavalli. Molto simile sarà la Merak, motore a parte, con un sei cilindri al posto del V8.

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Gli anni bui in Maserati sono quelli che la traghetteranno fino alla seconda proprietà Fiat. Nel 1975 il marchio si salva grazie alla Benelli/De Tomaso, poi passa sotto l’egida Fiat nel 1993, viene ceduta alla Ferrari nel 1997 prima di tornare sotto l’ala del marchio torinese nel 2005.
Il rilancio inizia a fine anni Novanta, poi lo sbarco negli Usa di una coupé e una spider, evoluzione la prima della Maserati 3200GT. Tocca alla quinta generazione della Quattroporte brillare più di tutte e lanciarsi nel segmento delle ammiraglie con un volto tutto nuovo, fatto di alte prestazioni e guida sportiva. Il presente dice di numeri in vertiginosa ascesa, merito della nuova Quattroporte e della Ghibli, estensione del Tridente nel segmento delle berline importanti, a sfidare Audi, Bmw e Mercedes.

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Ma Ghibli per gli appassionati significa altro. Significa soprattutto la seconda generazione, una coupé prodotta tra il 1992 e il 1997, l’auto stradale con il più alto rapporto cavalli/litro, ben 165. Due motori turbocompressi, senz’altro era il V6 2 litri a lasciare senza parole, con i suoi 306 cavalli. Come dimenticare poi la sportività dal nome esotico, Shamal, il vento della Mesopotamia: 369 pezzi tra il 1989 e il 1995, disegnata da Marcello Gandini e con un V8 da 3.2 litri biturdo con 325 cavalli.

I cento anni di Maserati affondano le radici in un passato di artigianalità e ha espresso ai massimi livelli la sportività italiana con quel Tridente dalla storia originale e legata alla terra d’origine dei Maserati. Venne disegnato da Mario Maserati, il fratello artista, su suggerimento del Marchese Diego De Sterlich e prende ispirazione dalla Fontana del Nettuno a Bologna, che impugna lo stesso Tridente nella mano destra. Auguri, Maserati!

FP

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