Dall’inizio dell’anno è stato un continuo saliscendi nei prezzi della benzina anche in Italia: ora le nuove decisioni dell’Unione Europea
Un po’ come salire sull’ottovolante, gli automobilisti italiani lo sanno bene. Dall’inizio dell’anno infatti i prezzi della benzina hanno subito rincari e cali in continuazione, anche per la decisione del governo Meloni di ripristinare le accise.
Al momento, nonostante siano già cominciati i grandi esodi estivi che però vivranno il loro boom a cavallo tra luglio e agosto, c’è una buona notizia. Dopo un periodo di leggero aumento, la settimana è iniziata con prezzi in cale. Una situazione in controtendenza rispetto a quello che sta succedendo ai prodotti raffinati, con quotazioni in rialzo.
Lo conferma l’ultima rilevazione di Staffetta Quotidiana. In particolare due grandi marchi come Q8 e Tamoil hanno ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio, mentre gli altri hanno quotazioni stabili.
Le medie su circa 18mila impianti italiani, con i i prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy, sono chiare. La benzina self service al momento è a 1,845 euro/litro (-3 millesimi rispetto all’ultima rilevazione): compagnie 1,850, pompe bianche 1,834. Invece il diesel self service a 1,686 euro/litro (-3 millesimi): compagnie 1,691, pompe bianche 1,674).
La benzina al servito è a 1,982 euro/litro (-4 millesimi): compagnie 2,026, pompe bianche 1,895. Il diesel al servito a 1,826 euro/litro (-4 millesimi): compagnie 1,870, pompe bianche 1,738. E ancora, il Gpl al servito a 0,713 euro/litro (-2 millesimi): compagnie 0,724, pompe bianche 0,701. Il metano al servito a 1,444 euro/kg (prezzo invariato): compagnie 1,445, pompe bianche 1,442), E il Gnl 1,253 euro/kg (+11 millesimi): compagnie 1,253 euro/kg, pompe bianche 1,254 euro/kg.
Infine i prezzi praticati sulle autostrade. La benzina self service 1,914 euro/litro (servito 2,167), il gasolio self service 1,771 euro/litro (servito 2,033), il Gpl 0,841 euro/litro, il metano 1,546 euro/kg, il Gnl 1,196 euro/kg.
Caro benzina, interviene l’Unione Europea: una nuova mazzata sugli automobilisti
Un ulteriore sviluppo per il prezzo delle benzina potrebbe arrivare prossimamente da una recente direttiva approvata dal Parlamento Europeo. É la 959 del 2023 che per la prima volta modifica il sistema ETS (Emission Trading System) che regola lo scambio di quote per le emissioni di CO2.
Dal 2005, anno della sua introduzione, ha concesso alle aziende del settore energetico di ottenere il permesso di liberare inquinanti con l’acquisto di queste quote.
Ora le compagnie petrolifere dovranno pagare per le emissioni di CO2 generate nella produzione di carburanti. E il costo aggiuntivo andrà a pesare sul prezzo finale di benzina e gasolio al distributore anche se il sistema entrerà in vigore solo nel 2027.
In pratica il sistema funziona così. Le aziende che lavorano e raffinano i prodotti petroliferi, anche se la ricerca ha portato a migliorare in modo massiccio gli impianti, emettono una grande quantità di emissioni nocive. Così versano una tassa legata alle emissioni di CO2 prodotte e questo vaq ad incidere sul prezzo finale.
Cosa cambierà nei prossimi anni? Il governo europeo ha deciso di fissare il nuovo prezzo delle emissioni di CO2 ad un massimo di 45 euro per tonnellata. In concreto significa un costo aggiuntivo di 10 centesimi per litro di benzina e 12 centesimi ogni litro di gasolio.
Tutto questo quindi andrà a pesare su quello che gli automobilisti, anche quelli italiani, pagano per il loro pieno anche se molto dipenderà dalle aste europee del settore. La media per ogni tonnellata di grezzo nel 2023 è di 86,17 euro prevista per il 2023 e salirà a 96,19 euro per il 2024, secondo le previsioni dall’agenzia Reuters. Ma nel 2025 potrebbe sfondare quota 100.
Questi aumenti potrebbero far crescere il prezzo per tonnellata di CO2 vicino ai 200 euro, quindi 53 centesimi per litro di gasolio e 47 centesimi per litro di benzina. E con le attuali tasse unite alle accise, significherebbe vedere la benzina vicina a 2,30 euro al litro, mentre il gasolio arriverebbe a 2,190 euro al litro.
Lavorazione, vendita, tasse: ecco tutte le voci che pesano sul prezzo della benzina in Italia
Ma vi siete mai chiesti come nasce il prezzo della benzina, o meglio quali sono le sue componenti che lo portano ad avere un andamento così oscillante?
Il prezzo dei carburanti è composto da tre voci: il costo della materia prima, la parte fiscale composta da Iva e accise, e il margine lordo per ii guadagni di venditori, intermediari e distributori. Una filiera che alla fine pesa tutta sulle tasche degli automobilisti.
Tutto comincia con le quotazioni del petrolio grezzo che è misurato secondo tre indici: ilWti (sila per West Texas Intermediate, il Brent (che vale per il mercato europeo) e il Fateh. Poi ogni giorno la Platts, agenzia specializzata che mette insieme ogni giorno la domanda e l’offerta dei produttori, le società di trading e le banche d’affari. Così nasce il prezzo secondo cui le raffinerie possono vendere una tonnellata di benzina o di gasolio quel giorno.
Ma non è finita, perché la benzina prima di arrivare al distributore e quindi fare il passaggio finale è trattata dagli intermediari petroliferi. Sono quelli che fanno gli interessi delle raffinerie e determinano il prezzo finale.
Tanti passaggi significano un ricarico eccessivo che non è solo quello della materia prima. Perché sul prezzo finale indice la parte fiscale, quella formata da accise e Iva, che rappresenta circa il 58% del prezzo su un litro di benzina (l’Iva è al 22%) e il 51% sul gasolio.