Caos benzinai, interviene il Governo: tutto in stand by

Tutto in stand by ed è caos tra i benzinai. La decisione è stata presa all’improvviso ed è pure intervenuto il Governo. 

Anche se il prezzo del carburante non è più tornato ad essere quello del pre-pandemia e soprattutto del pre-guerra in Ucraina, sembrano abbastanza lontani i tempi in cui gli importi al distributore superavano i 2 euro sia per i veicoli a benzina, sia per quelli a gasolio. Nella primavera  del 2023 per cercare di bloccare l’aumento incontrollato dei prezzi era stato addirittura firmato un decreto poi bocciato.

persona che tiene una pompa della benzina e sullo sfondo un distributore
Caos benzinai, interviene il Governo: tutto in stand by

Si trattava dell’obbligo per i gestori dei distributori di esporre il cartello con  i prezzi medi del carburante, così da rendere più trasparente la politica di attribuzione dei costi. In quel frangente si temeva che il rialzo non fosse motivato dall’incremento del valore del greggio, quanto figlio della pura speculazione dei singoli operatori. Da allora i benzinai sono sempre stati in fermento e ora ha deciso di intervenire nuovamente il Governo con un severo provvedimento.

Benzinai italiani in sciopero, ma la politica ferma tutto

Nella giornata del 14 novembre era stato convocato un incontro dei dirigenti delle diverse sigle sindacali del settore per decidere se procedere con il paventato sciopero nazionale. In questo caso non sarebbe stato per ragioni legate ai prezzi, bensì per la diffusione indiscriminata degli appalti, primo passo verso la trasformazione del comparto nell’ennesimo cumulo di precari. Appresa questa possibilità l’Esecutivo Meloni ha provveduto a bloccarla sul nascere.

Persone che protestano, in alto a destra la presidente del consiglio Giorgia Meloni
Benzinai italiani in sciopero, ma la politica ferma tutto – Allaguida.it

Almeno nel breve periodo, quindi, non ci sarà alcuno stop alle forniture e questo grazie ad una proposta che è piaciuta ai sindacati, quella dell’impegno stesso del Governo nelle vesti di mediatore per giungere ad un punto d’incontro tra le parti. Secondo la Faib-Fegica-Figisc/Anisa, le compagnie petrolifere starebbero “tenendo in ostaggio la riforma del settore con lo scopo di conservare la propria rendita e precarizzare i rapporti di lavoro“.

Come si legge sulla nota ufficiale, le stesse vorrebbero “sottrarre ai Gestori diritti e tutele previste della legge“, un rischio che verrà contrastato in ogni modo, a partire dall’alleanza con la politica che, come detto, per il momento ha scongiurato il pericoloso blocco delle pompe di benzina sia sulla rete autostradale, sia su quella ordinaria. La volontà è di riportare tutti i piani su quello della legalità, cominciando dai fornitori della materia prima meno aperti al dialogo.

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