Quando si entra in un concessionario, le automobili ci vengono presentate quali sono, ossia macchine dotate non solo di ogni comfort ma anche di dispositivi tecnologici finalizzati alla sicurezza del veicolo: si pensi ad esempio all’ABS, all’ESP che aiuta a mantenere la stabilità del mezzo, alla frenata automatica d’emergenza e al TCS.
Eppure, l’efficienza di queste tecnologie potrebbe essere sensibilmente ridotta se non annullata se i pneumatici sono usurati o di cattiva qualità: la mancanza di grip con l’asfalto potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza del guidatore e dei passeggeri ed è quindi fondamentale, qualora si ritenga necessario, il cambio gomme.
Perché effettuare il cambio gomme
Lo pneumatico è l’unica parte dell’automobile che ha contatto con il manto stradale, adattandosi alle sue asperità e irregolarità: le gomme reggono di fatto l’intero peso della macchina, assecondano i comandi direzionali dati dallo sterzo e rispondono alla forza di trazione e di frenata. Sono dunque situazioni che sono alla base dell’esperienza di guida e che devono essere pressoché perfetti soprattutto in situazioni particolari come una giornata di pioggia, con l’asfalto bagnato che potrebbe causare aquaplaning se i pneumatici non rispondono adeguatamente.
Il cambio gomme può avvenire per due motivi: per usura oppure per motivi climatici.
Per prima cosa è importante sapere che la durata di un set di gomme dipende da una serie di fattori, primo fra tutti un livello inesatto della pressione, ma anche la scorretta regolazione delle sospensioni, il disallineamento delle ruote e uno stile di guida eccessivamente sportivo: guidare con improvvise frenate e accelerazioni o curve affrontate troppo velocemente comporta un deterioramento veloce delle gomme.
Generalmente si consiglia il cambio gomme quando si raggiunge un chilometraggio tra i 20.000 e i 60.000 km: i guidatori che non coprono certe distanze in automobile, dovranno in ogni caso effettuare controlli ai pneumatici ogni 5 anni e provvedere alla loro sostituzione ogni 10 anni, a prescindere dall’usura effettiva delle gomme.
Nel caso delle gomme stagionali, il cambio dovrà avvenire ogni 6 mesi, rispettando le norme di legge che impongono il montaggio di pneumatici invernali dal 15 novembre al 15 aprile, per poi montare quelli estivi estive. La legge permette (ed in determinate aree geografiche, impone), di utilizzare le gomme invernali sin dal 15 ottobre e fino al 15 maggio: oltre questi termini scattano pene molto severe.
Avere dunque pneumatici adeguati garantisce una maggiore sicurezza alla guida, più aderenza all’asfalto, tempi di frenata ridotti, riduzione dei consumi e infine un viaggio silenzioso.
Nel caso in cui si percorrono pochi chilometri, per lo più su strade urbane e si vive in luoghi dal clima temperato, si può optare per i pneumatici all season, che cioè valgono per tutte le stagioni.
Come capire quando cambiare le gomme
Per capire se è arrivato il momento di effettuare il cambio degli pneumatici basta controllare attentamente gli indicatori di usura, presenti sul fianco della gomma all’altezza della scritta TWI (Tread Wear Indicators). Si tratta di una serie di tasselli distribuiti trasversalmente lungo l’intera circonferenza degli pneumatici: ebbene se osservando questi indicatori, si nota che sfiorano il battistrada, allora vuol dire che è arrivato il momento di cambiarli.
Un altro modo per verificare l’usura delle gomme è lo spessore del battistrada che, si ricorda, è la parte dello pneumatico che entra in contatto costante con l’asfalto. Il suo spessore è di circa 8 mm e, in base all’articolo 66 del Codice della Strada, non può scendere al di sotto dell’1,6 mm (1 mm per i motocicli e 0,5 mm per i ciclomotori), perché altrimenti significa che è completamente usurato, con conseguente frenata lunga e rischio incombente di aquaplaning.
L’esperimento con la monetina di 1 euro è infallibile: se, una volta inserita verticalmente nella scanalatura della gomma, mostra la parte dorata, allora urge il cambio gomme.
L’esame visivo dei pneumatici comprende anche la ricerca di eventuali tagli, bolle e screpolature figlie della prolungata esposizione alla calda luce solare, segni inequivocabili di usura o danneggiamenti.
Cambio delle gomme: differenza tra estive e invernali
È sempre importante conoscere i prodotti che si vanno a montare sulla propria automobile e questo vale soprattutto per le gomme, dalle cui caratteristiche dipende la sicurezza alla guida, per sè stessi e per gli altri.
Le gomme estive si riconoscono per il battistrada, ricco di tasselli lisci e privi di intagli e con scanalature posizionate longitudinalmente: così fatti, i pneumatici garantiscono frenate in spazi brevi, maggiore stabilità alla guida e più aderenza all’asfalto, si usurano più lentamente, permettono un ridotto consumo di carburante e riducono il rischio di aquaplaning.
La mescola di questa tipologia di pneumatici è più dura e resistente alle alte temperature, senza deformarsi col calore anche grazie alla poca presenza di polimeri siliconici.
Le gomme invernali invece hanno un battistrada ricchissimo di scanalature e di tagli incastonati tra loro tanto da formare degli spigoli, così da avere maggiore grip sul manto innevato.
La mescola in questo caso vede una maggiore presenza di gomma naturale e molto più morbida ed elastica rispetto a quella degli pneumatici estivi, così da avere maggiore aderenza anche quando le temperate scendono vertiginosamente: per questo motivo si chiamano anche gomme termiche.
La loro qualità è sottolineata dalla presenza di due sigle: M+S (fango e neve) che indica l’adattamento della gomma ai fondi innevati e soprattutto 3PMSF, che dimostra il superamento di test specifici in riferimento a rigidi standard canadesi.
Oggi le gomme invernali possono essere montate anche se si raggiungono i 270 km/h (indicazione del codice X) oppure i 300 km/h (codice Y), a differenza del passato, quando questo tipo di pneumatici limitava sensibilmente la velocità per questioni di sicurezza.