Non è certo una novità, ma il colpo di coda di questo inverno duro a morire ha riportato prepotentemente in auge il problema delle buche sulle strade, puntualmente riemerse nei maggiori centri urbani. Se la situazione di Roma fotografa alla perfezione l’ampiezza e la gravità del problema, anche a Milano e nel nord Italia in generale non c’è da rallegrarsi. Il problema infatti attraversa lo stivale, ripresentandosi fedelmente accoppiato alle ondate di maltempo.
Per fronteggiare l’emergenza, l’amministrazione capitolina ha predisposto un piano di interventi per 17milioni di euro e coprire 50mila buche. Il piano prevede inoltre il rifacimento di lunghi tratti della via Tuscolana, via Appia Nuova, corso Francia e via Flaminia Nuova. Altri due milioni di euro sono invece destinatati per la via Ostiense e la via Nomentana. Una corsa contro il tempo per frenare l’ecatombe di incidenti (più di 2000) causati dai dissesti del manto stradale.
Il capoluogo lombardo ha invece schierato il Nuir, Nucleo intervento rapido del Comune di Milano, attivo con otto squadre inviate nelle zone più critiche. Con il meteo più favorevole inizierà il piano straordinario con trecento interventi al giorno fino al 15 maggio. E’ attivo anche un canale di segnalazione al Comune – t.infrareclami@comune.milano.it. – oltre alla Polizia Locale che riceve chiamando lo 020208. La situazione è grave anche a Napoli, dove 3200 interventi effettuati in 15 giorni non sono bastati a far migliorare di molto la situazione.
La ragione è una scarsa qualità dell’asfalto unita ad una manutenzione limitata a qualche rattoppo estemporaneo. Questione di fondi, sostengono i Comuni, che nella stragrande maggioranza dei casi ignora l’obbligo di destinare almeno il 50% dei proventi derivanti dalle sanzioni del codice della strada alla manutenzione stradale.
Le strade sono in uno stato vergognoso. Ma gli appalti continuano ad esser distribuiti a destra e sinistra, con le cronache giudiziarie ci mostrano quale sia il loro reale scopo, in troppi casi. E curiosamente non esiste mai un assessore che si dimetta o un dirigente che venga licenziato perché i lavori stradali sono eseguiti male o non eseguiti affatto. Proprio nella Capitale la Procura ha aperto un fascicolo al momento senza ipotesi di reato né indagati, ma sta analizzando una consulenza di parte depositata nei giorni dal Codacons, secondo cui l’asfalto sarebbe di bassissimo livello.
“Lo stato disastroso delle strade capitoline potrebbe essere determinato dal bitume non a norma utilizzato per il rifacimento del manto stradale”. È quanto stabilito dal Codacons, che ha inviato la perizia ai magistrati della Procura di Roma. Per il momento, anzi da sempre nel nostro Paese, sono solo gli automobilisti a farne le spese. I quali possono contare solo sulle scarse possibilità di ottenere un risarcimento in un futuro remoto, attraverso articolate procedure che sembrano concepite apposta per far rinunciare la vittima di turno.
In caso di infortunio o di danni all’auto causati dall’asfalto dissestato bisogna immediatamente chiamare le autorità, che, dopo i dovuti rilievi sulla causa dell’incidente, rilascerà il verbale di intervento. E’ la prima cosa da fare per ottenere un risarcimento. In caso di feriti, bisogna dichiarare in ospedale che l’incidente è avvenuto per una buca sulla strada. E’ sempre consigliabile avere testimoni, chiedendo i dati anagrafici di chiunque fosse presente. Altrettanto consigliabile è scattare fotografie della buca responsabile dell’incidente e dei danni subiti dall’auto.
A questo punto avete le carte in regola per affrontare la “battaglia” per il risarcimento, che è sempre meglio affrontare con un avvocato esperto in materia. Dove non fosse disponibile un modulo predisposto dal Comune di Residenza, bisogna inviare una raccomandata con avviso di ritorno contenente la richiesta di risarcimento dei danni all’auto e/o per le lesioni fisiche. Includendo il verbale, le foto, i referti ed il preventivo di spesa. La difesa del Comune non si farà attendere, puntando sull’ipotesi che il danno sia stato creato dalla vostra guida: stavate andando ad una velocità troppo elevata. La richiesta di risarcimento sarà comunque girata alla compagnia di assicurazioni del Comune, che ha facoltà di nominare un perito di parte per seguire il caso.
Il Comune cercherà di provare la possibilità, per l’automobilista vittima delle buche, di evitare l’insidia e i danni derivati con una guida diligente. Nei casi più evidenti di responsabilità, tramite l’assicurazione cercherà di arrivare a una soluzione stragiudiziale, con un un’offerta molto inferiore alla somma richiesta. Pochi, maledetti e subito. Al posto di una lunga causa, che può avere più gradi di giudizio. Stesso discorso per le lesioni fisiche: l’assicurazione inviterà la persona ferita ad effettuare una visita da un medico-legale indicato dalla compagnia stessa.
Che proporrà un risarcimento, naturalmente al ribasso. In caso di accettazione, la questione è risolta. In caso contrario, o per mancata risposta del Comune entro quindicina di giorni, serve un atto di citazione redatto da un avvocato. Deve contenere la richiesta di condanna al pagamento dei danni all’auto e delle lesioni fisiche per l’ente coinvolto. Va inviata al Giudice di Pace per danni sotto il 5.000 euro, al Tribunale per somme superiori. Vale la pena aspettare? Se non avete urgenze economiche, certamente si. Per i danni all’auto, ma ancor più per le lesioni fisiche, dato che l’importo dell’indennizzo cresce parecchio.