Il prezzo della benzina e degli altri carburanti non scende e l’unica salvezza per gli italiani si chiama bonus: le decisioni del Governo
Nessuno al momento può ipotizzare se entro la fine dell’anno oppure già solo tra qualche settimana la soglia dei 2 euro al litro diventerà una costante. Ma il prezzo della benzina e del gasolio per autotrazione in Italia stanno diventando un problema per gli automobilisti e ora il Governo sembra aver deciso di intervenire.
Non serve soffiare sul fuoco del caro carburanti, è una realtà ormai tangibile anche se nelle ultime ore qualcosa si sta muovendo con piccoli segnali al ribasso. Una scelta, quella delle pompe, che però è solo figlia di un lieve calo nelle quotazioni dei prodotti raffinati.
Come dimostrano le consuete rilevazioni di Staffetta Quotidiana, oggi Q8 ha ridotto di 1 centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Invece Tamoil ha ribassato di 1 centesimo il prezzo del gasolio. La benzina in modalità self service ha un prezzo medio di 2,005 euro/litro rimasto invariato, (compagnie 2,010, pompe bianche 1,993).
Quello del diesel self service è pari a 1,942 euro/litro anche qui invariato (compagnie 1,947, pompe bianche 1,929). Nel servito, la media della benzina è 2,139 euro/litro cioé +1 millesimo (compagnie 2,182, pompe bianche 2,053) e il diesel servito, è a quota 2,076 euro/litro rimasto invariato (compagnie 2,120, pompe bianche 1,989).
E ancora il GPL servito a 0,712 euro/litro invariato (compagnie 0,721, pompe bianche 0,701). Il metano servito a 1,395 euro/kg cioè -3 millesimi (compagnie 1,400, pompe bianche 1,391) e il Gnl 1,264 euro/kg cioè -1 millesimo (compagnie 1,265 euro/kg, pompe bianche 1,262 euro/kg). Infine sulle autostrade i prezzi medi sono per la benzina self service 2,079 euro/litro (al servito 2,322), gasolio self service 2,023 euro/litro (servito 2,275), GPL 0,851 euro/litro, metano 1,521 euro/kg e Gnl 1,277 euro/kg.
Benzina alle stelle interviene il governo: la salvezza per gli italiani si chiama bonus
Un trend al rialzo, salvo rare eccezioni, che merito un intervento del Governo e infatti sta per succedere. Le misure saranno discusse in due appuntamenti ravvicinati, decisive per passare alle mosse concrete. Il primo è in programma venerdì 22 settembre, un incontro tra ministri e sindacati nel quale si metteranno sul tavolo le soluzioni per difendere il potere d’acquisto delle famiglie. Poi il Consiglio dei ministri previsto per il 25 settembre che come ha anticipato il ministro Adolfo Urso varerà provvedimenti concreti.
Non ci sono grandi margini di manovra in realtà perché tutta l’attenzione dell’esecutivo da qui alle prossime settimane sarà sulla Manovra Finanziaria e sulle sue coperture. Ma almeno ci sarà un primo gesto sotto forma di bonus benzina che dovrebbe diventare operativo già nei primi giorni di ottobre 2023.
Una misura che dovrebbe costare circa 100 milioni di euro perché destinata a 1,3 milioni di famiglie. Sono quelle che già posseggono la social card, la carta che serve per finanziare gli acquisti di prima necessità. A loro quindi sarà destinato un bonus da 80 euro (inizialmente l’ipotesi era 150 euro) che potranno essere spesi esclusivamente per l’acquisto di carburanti. Una somma che va ad aggiungersi ai 382,50 stanziati durante l’estate che potevano essere utilizzati solo per acquistare alcuni generi alimentari.
Si tratta di nuclei familiari con un reddito Isee inferiore a 15mila euro, udendo però chi riceve qualsiasi altro sussidio, come la disoccupazione oppure il reddito di cittadinanza. Sempre nel prossimo Consiglio dei ministri potrebbe essere deciso anche il rinnovo per il 2024 del credito d’imposta fino al 28% sul gasolio per le imprese dell’autotrasporto. Tutti dentro, quindi, anche quelle famiglie che non possedendo un’auto non ne beneficieranno.
Bonus benzina 2023, un sostegno alle spese già esiste: come funziona e chi può richiederlo
Una misura di sostegno al reddito che è diversa dai bonus benzina 2023, già attivi dall’inizio dell’anno. Di cosa si tratta e chi ne può beneficiare, come è stato in effetti fino ad oggi per alcune categorie di lavoratori?
Tutto parte dall’articolo 1 del decreto Legge 5/2023: “Il valore dei buoni benzina o di analoghi titoli per l’acquisto di carburanti ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, non concorre alla formazione del reddito del lavoratore, se di importo non superiore a euro 200 per lavoratore”.
In definitiva è stato riproposto lo stesso beneficio già attivo nel 2022, con un limite massimo di 200 euro per ogni dipendente. I buoni possono essere erogati dal datore di lavoro fin da subito e quindi non sono obbligatori accordi contrattuali preventivi.
Non sono previsti limiti al reddito per poter accedere e quindi il bonus di 200 euro può essere concesso a tutti in due modi diversi. Il primo è farli rientrare nei fringe benefits aziendali, scorporando quindi la somma di 200 euro dei buoni benzina dal limite di 258,23 euro destinato agli altri benefici. Oppure fornendo al dipendente uno o più buoni carburante.
La vera novità del 2023 è che “l’esclusione dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore, disposta dal primo periodo, non rileva ai fini contributivi”. Quindi l’agevolazione prevista per i bonus benzina da 200 euro è solo fiscale mentre è stata cancellata quella contributiva.
Possono accedere al beneficio i datori di lavoro privati e i lavoratori autonomi che abbiano dipendenti. Sono invece esclusi solo quelli con contratto di collaborazione continuativa, i lavoratori autonomi occasionali e i tirocinanti.