Mai come negli ultimi anni il mercato auto è fatto di scelte: quelle di BMW hanno provocato un terremoto, adesso è difficile tornare indietro
Come sta il mercato mondiale delle auto? Complessivamente bene, ma gli analisti guardano soprattutto ad alcuni Paesi per capire meglio i trend delle vendite e certamente la Cina è un ottimo banco di prova. Ecco perché gli ultimi segnali in arrivo sono pessimi per un marchio storico come BMW e per le scelte dell’azienda tedesca.
Basta guardare gli ultimi dati ufficiali per capirlo. Sono quelli diffusi dalla CPCA (China Passenger Car Association) che raccoglie i numeri relativi alle vendite nel Paese. Da gennaio a giugno 2023 sono stati venduti 9.533 milioni di auto nuove, con un aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022.
In mezzo a queste, 2.093.000 veicoli erano elettrici al 100%, i cosiddetti BEV e 996.000 erano PHEV, quindi ibridi plug-in. In pratica il 32,4% delle vendite totali è indirizzato verso motori non tradizionali.
Tutto questo ha provocato uno stravolgimento nelle gerarchie. Fino allo scorso anno il marchio più venduto era Volkswagen, che ha perso il titolo di regina a favore dei produttori locali. In più negli ultimi mesi c’è stato anche il sorpasso di BYD su BMW, dovuto alle precise scelte fatte dai due colossi della produzione.
In effetti nei primi sei mesi dell’anno BYD è risultato il marchio più quotato in assoluto in Cina, con 1.098.409 veicoli e una quota di mercato dell’11,52%. Volkswagen si è piazzata in seconda posizione, con 982.290 auto e una quota del 10,30% e Toyota ha raggiunto il terzo posto con 797.605 auto vendute e una quota dell’8,37%. Nelle prime cinque anche Honda e Changan, mentre BMW è letteralmente sparita.
Tra i produttori di elettriche e PHEV in particolare BYD si è confermata ai vertici con 524.184 eletrtiche vendute, pari a una quota del 25,04%. A seguire Tesla in seconda posizione con 294.105 consegne e il 14,05% di share, con GAC Aion terza grazie a 211.228 esemplari e il 10,09%, mentre Wuling e Changan si sono posizionate al quarto e quinto gradino della classifica.
I modelli più popolari nel mercato cinese? Ai primi tre posti troviamo la Tesla Model Y con 203.932 immatricolazioni, seguita dalla BYD Qin Plus (200.274) e la BYD Song Plus (176.526).
Un trend che secondo gli analisti è destinato a durare nel tempo, perché ora che i produttori cinesi hanno messo la freccia sui grandi marchi europei in generale e tedeschi in particolare non si fermeranno.
La Cina con il tempo infatti è sempre più diventata il mercato principale per la mobilità elettrica che da quelle parti sta crescendo a ritmi vertiginosi. Tutto il contrario di quello che succede ancora in Europa, ma anche in Nord America. I produttori locali, che in realtà ormai sono soloide realtà mondiali, lo hanno capito per primi e ora passano a raccogliere i frutti.
BYD in particolare, arrivata da qualche tempo anche in Europa, nell’ultima semestrale ha denunciato un utile netto di 1,46 miliardi di euro. Questo significa anche un aumento fino al 225% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Anche BMW è cresciuta, del 7% su base annua con un ricavo di 37,2 miliardi di euro. Ma secondo gli analisti le ultime decisioni della dirigenza rischiano di penalizzare ancora di più da qui ai prossimi anni i bilanci dell’aziona di Monaco.
Perché BMW ha fatto una precisa scelta di campo. Non può trascurare la svolta elettrica, anche se la considera per ora un mercato secondario per via dei costi troppo elevati della materia prima delle batterie ma anche per le ricariche. Però ha in programma la costruzione di diversi modelli a idrogeno, quella che considera la vera svolta ecologica.
Veicoli fuel cell che andranno a soddisfare le esigenze di chi deve percorrere con regolarità migliaia di chilometri e quindi presenteranno diversi vantaggi. Uno su tutti, la possibilità di rifornirsi in brevissimo tempo. Con la iX5 Hydrogen ad esempio bastano al massimo 4 minuti per immagazzinare 6 chili di idrogeno che bastano per 500 chilometri nel ciclo Wltp.
La iX5 è solo il primo modello di questa nuova era che porterà alla produzione di serie in tempi relativamente brevi. Nei programmi di BMW c’è la costruzione di due SUV, uno anche di dimensioni più piccole, e da una berlina.
BMW quindi ta ammodernando la sua gamma senza seguire la massa, una scelta che nell’immediato non sta pagando ma potrebbe farlo in futuro. I motori a celle a combustione di idrogeno prevedono un motore elettrico alimentato e ricaricato dalla combustione dell’idrogeno, contenuto in bombole. I costi però al momento sono ancora alti e anche su questo c’è da lavorare.
In ogni caso la iX5 Hydrogen, che raggiunge una velocità fino a 180 km/h, è già staga prodotta in 900 esemplari. Una svolta confermata anche da Oliver Zipse, presidente del CdA di BMW: “L’idrogeno è una fonte di energia che può essere fondamentale per la transizione energetica e solo, per la protezione del clima. Una sola tecnologia, come l’elettrico a batteria, non sarà sufficiente a creare una mobilità neutra dal punto di vista climatico”.
I cinesi ascoltano, immagazzinano, ma hanno fatto la loro scelta e quella di BYD è vincente. Lo dimostrano i suoi modelli così come la strategia commerciale che negli ultimi anni ha toccato anche l’Italia. Grazie alla collaborazione con il partner Autotorino, ci sono già cinque showroom aperti nel nostro Paese, l’ultimo dei quali da poco a Milano.
L’idea è quella di replicare anche in Italia gli ottimi dati di vendite fatti registrare in alcuni Paesi europei negli ultimi tempi. In Svezia ad esempio la Atto 3, il SUV di medie dimensioni dell’azienda cinese, ha fatto meglio della Tesla Model Y nel mese di luglio 2023, diventando così la seconda auto più venduta in assoluto. Ha superato anche altri modelli elettrici come Volkswagen ID.4, BMW i4 e Skoda Enyaq, con un trend in continua crescita.
Ma la produzione non si ferma qui. Da poco infatti sono state lanciate la BYD Dolphin e la BYD Seal, una city car compatta e una berlina medio-grande che arriveranno in Europa nel prossimo autunno.
Nascono entrambe sulla nuova piattaforma e-Platform 3.0. La BYD Dolphin, lunga 429 cm, è dotata di trazione anteriore, ha una batteria da 60 kWh con base al litio ferro fosfato e tecnologia Cell-to-Pack, per un’autonomia dichiarata di 427 km. Monta un motore sincrono a magneti permanenti da 204 CV e 290 Nm di coppia che garantisce uno scatto da 0 a 100 km/h in 7 secondi per una velocità massima di 160 km/h.
Dotata di cinque posti, al centro della plancia troviamo un display touch che serve a controllare il sistema multimediale, mentre di fronte al volante è presente un pannello Lcd che assolve per la strumentazione. I sedili anteriori sono riscaldati e hanno una regolazione elettrica sia per il guidatore che per il passeggero. Inoltre il bagagliaio parte da 345 litri e arriva a 1.310 litri con entrambi i sedili ripiegati.