Novità importanti per il prezzo della benzina in Italia dopo l’ultima modifica da parte dell’UE: sta per arrivare un’altra mazzata
Un’estate caldissima, in tutti i sensi, per gli automobilisti e gli autotrasportatori italiani. Perché come se non bastassero le temperature elevate, ora riparte il balletto sul prezzo della benzina che rischia di diventare seriamente di nuovo un problema per tutti.
Una notizia inattesa, soprattutto dopo la conferma degli ultimi dati sull’inflazione. A giugno nel nostro Paese è calata in maniera sensibile, ma questo non ha portato ad una riduzione nel prezzo della benzina. Nel migliore dei casi è rimasto stabile e la tendenza è una crescita da qui alle prossime settimane, arrivando alla soglia dei 2 euro al litro.
L’Istat ha confermato che anche grazie al progressivo calo dei prezzi nel comparto energetico, l’inflazione a giugno ha subito un netto calo, fermandosi al 6,4 per cento. In particolare però l’indice dei prezzi per i beni energetici la variazione su base annua è passata a giugno 2023 dal +11,5% a +2,1%.
Tutto questo però non ha inciso sul prezzo dei carburanti che stanno oscillando verso i 2 euro, quota psicologica importante per il futuro degli italiani ma anche per il governo. Giorgia Meloni per il momento da quando si è insediata non ha toccato le accise, aspettando l’evoluzione del mercato, ed è possibile che il governo faccia qualcosa dopo l’estate
Intanto questi sono gli ultimi prezzi, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del ministero. Il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è 1,863 euro/litro (era 1,865 la rilevazione precedente) ma per i no logo è 1,850). Il prezzo medio praticato per il diesel self è 1,710 euro/litro (nell’ultima rilevazione era a 1,713) e per i no logo 1,698).
Al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 1,999 euro/litro (era 2,001 la rilevazione precedente) con gli impianti no logoa 1,903. La media del diesel servito è 1,851 euro/litro (era 1,853), con i punti vendita no logo a 1,752. Infine i prezzi praticati del Gpl sono tra 0,715 e 0,739 euro/litro (no logo 0,694) e quelli del metano tra 1,417 e 1,485 (no logo 1,445).
Benzina, le nuove regole dell’Unione Europea: rischio di una nuova mazzata
Ci sono però cambiamenti in vista sia in Italia che più in generale in Europa per le nuove regole varate dall’UE. In particolare la nuova direttiva europea 959/023 che introduce la riforma del sistema ETS (sigla per Emission Trading System).
Stiamo parlando del sistema che regola il commercio delle quote di emissioni di CO2 prodotte da chi raffina e quindi distribuisce il carburante. Un parametro che dal 2005 serve per fissare il prezzo: più agenti inquinanti si immettono nell’aria e maggiore è la quota da pagare all’UE. Per questo varia anche la quotazione del carburante.
La nuova direttiva, che tocca anche il settore del trasporto marittimo, introduce un diverso sistema di scambio delle quote di emissione di CO2. Tutte le compagnie petrolifere ora saranno tenute al pagamento per le emissioni generate durante la produzione di carburanti. E questo porterà ad un aumento dei costi che peserà sul prezzo finale della benzina e del gasolio. Anche se il sistema entrerà in vigore nel 2027, i primi effetti potrebbero arrivare presto.
Il sistema dei crediti di CO2 implica gli investimenti delle aziende in pratiche di salvaguardia ambientale e riduzione delle emissioni di gas serra. In cambio di questi investimenti, le aziende ottengono titoli o azioni verdi da vendere sul mercato. L’acquisto e il pagamento di questi crediti (in euro per tonnellata di CO2) permette di bilanciare le emissioni complessive.
Ora l’UE vuole limitare il prezzo delle quote di CO2 a un massimo di 45 euro per tonnellata. Tradotto, un costo aggiuntivo di almeno 10 centesimi per litro di benzina e 12 centesimi per litro di gasolio.
Questa crescita infatti potrebbe portare il prezzo delle quote di CO2 a 200 euro per tonnellata, 53 centesimi per litro di gasolio e 47 centesimi per litro di benzina. Con le quotazioni attuali, la benzina salirebbe a 2,288 euro al litro, mentre il gasolio arriverebbe a 2,191 euro al litro, al netto delle imposte.
Distributori, cambiamo le regole in Italia: dal 1° agosto nessuno potrà più sgarrare
Ma non è tutto, perché dal 1° agosto 2023 infatti sarà obbligatorio per tutti i benzinai in Italia esporre un cartellone all’esterno delle stazioni di servizio.
Qui dovranno indicare chiaramente i loro prezzi ma anche le media dei prezzi regionali, in modo che tutti gli automobilisti e autotrasportatori siano informati. I dati aggregati di riferimento saranno quelli nazionali per i distributori su autostrade o quelli regionali per tutti gli altri. E saranno resi disponibili online per tutti, ogni mattina in una sezione dedicata del sito Ministero.
Il cartellone dovrà essere esposto all’interno dell’area di rifornimento per garantirne adeguata visibilità, con il massimo rispetto delle condizioni di sicurezza. Inoltre il cartellone dovrà spiegare che i valori presenti sono riferiti ai prezzi medi. Questo saranno esposti dall’alto verso il basso partendo da gasolio, benzina, GPL, metano. E i valori saranno in euro ogni litro oppure ogni chilogrammo.
Cosa prevede la legge per chi non rispetterà l’obbligo? Una sanzione pecuniaria che va da 200 a 2.000 euro in base al fatturato. Inoltre dopo quattro violazioni dell’obbligo scatterà la sospensione dell’attività.
Non è l’unica novità del momento però, perché l’Antitrust ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di sette compagnie petrolifere, cioé Eni, Q8, Tamoil Esso, Ip, Iplom e Saras. Il sospetto è quello di aver creato un cartello nel settore dei carburanti per autotrazione.
In pratica le società finite sotto esame si sarebbero messe d’accordo per definire il valore della componente bio nei carburanti per autotrazione. La legge stabilisce che almeno il 10% del carburante per autotrazione deve essere composto da carburante bio, ma il valore di questa componente è passato da 20 euro/mc del 2019 a circa 60 euro/mc.
Come si legge nel documento ufficiale, l’Antitrust “contesta alle compagnie contestuali aumenti di prezzo che potrebbe essere stata determinata da scambi di informazioni diretti o indiretti tra le imprese interessate. Oggi i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle principali sedi delle società interessate e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, tra cui la redazione di Staffetta Quotidiana, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza”.