Forse non siamo ancora pronti a scoprire tutta la verità: ecco dove vanno a finire le batterie esauste delle macchine.
Sicuramente ci sono verità di cui preferiremmo non sapere o almeno non parlare. Sappiamo molto bene che il progresso e le tecnologie possono avere anche un rovescio non buono della medaglia e che infatti tutto ciò che viene prodotto, finirà poi per diventare materiale inquinante. Ad esempio non molti sanno che fine fanno le batterie delle auto una volta che cessano di funzionare.
Soprattutto con l’avvento delle auto elettriche ci si è preoccupati di capire in che modo poter smaltire l’enorme quantitativo delle batterie e per fortuna ci sono già società che stanno raccogliendo una sfida: quella del riciclo. Come ha fatto per esempio la Li-Cycle. Quello delle batterie agli ioni di litio è in effetti un tema che preoccupa le case produttrici sin dagli albori ed è per questo che si cercano già da tempo delle soluzioni.
Batterie shock: quello che non avevi mai visto
Quello che sappiamo ma che vorremmo tanto non sapere è che molti materiali se rilasciati nell’ambiente possono essere anche nocivi, ma essi sono anche una fonte inesauribile di energia ed è per questo che già destano tanto interesse. All’interno delle batterie degli smartphone moderni o delle vetture elettriche, ci sono infatti elementi puri come Litio, Cobalto, Rame e Nichel. Qualcosa che non ci si può lasciar sfuggire secondo la Li-Cycle.
Infatti quest’azienda ha in Arizona un grandissimo impianto di produzione che grazie ad una soluzione chimica di sua proprietà riesce ad ottenere tutti questi materiali, senza che quindi vadano sprecati. Un impatto sull’ambiente davvero importante ma soprattutto la possibilità di gettare via la batteria, ma non facendo lo stesso anche con questi preziosi elementi. Ecco come viene lavorato quindi il materiale.
Gli elementi della batteria vengono inizialmente separati in tre grandi contenitori. Quando il processo finisce, ogni contenitore avrà al proprio interno rispettivamente scarti di plastica, rame, alluminio. E poi c’è un quarto contenitore, quello della cosiddetta ‘Massa nera’. Qui vi troviamo un elemento che convoglia al suo interno principalmente Nichel, Litio e Cobalto. Questo era solo il primo passo ma già importante del procedimento che poi si avvia ad una seconda fase.
Infatti dopo la prima separazione, i tre elementi vengono poi ulteriormente scissi grazie ad altri macchinari. Secondo l’azienda, la propria fabbrica in Arizona è già capace di produrre 18.000 tonnellate di batterie agli ioni di litio ogni anno e riottenere il 95% delle risorse di ogni batteria. Anche questo è il futuro.