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Autovelox, non c’è più scampo: eliminata la scappatoia

La riforma del Codice della Strada, nella prima versione approvata dal Consiglio dei Ministri, si occupa anche di autovelox: ecco quali sono le modifiche e come cambia.

Le modifiche al Codice della strada, volute fortemente dal Ministro dell’interno Matteo Salvini e approvate dal Consiglio dei Ministri puntano, attraverso la tolleranza zero, a ridurre drasticamente il numero di incidenti che ogni mese si verificano sulle strade italiane. La riforma, però, non riguarda solo guida in stato di ebrezza o sotto l’uso di stupefacenti, ma si occupa quasi a 360° dell’intero sistema di norme e regole che disciplinano la guida su strada.

Tra questi temi uno dei più discussi da sempre è l‘utilizzo degli autovelox, i sistemi che attraverso il rilevamento della velocità verificano, ed eventualmente sanzionano, tutti gli automobilisti che non rispettano i limiti di velocità su determinati tratti stradali.

Codice della strada, cosa cambia per gli autovelox

Il disegno di legge di modifica del Codice della strada approvato dal Consiglio dei ministri, ma che deve ancora passare al vaglio di Camera e Senato per l’approvazione definitiva, ha voluto modificare anche l’utilizzo e le regole che disciplinano l’uso di questi mezzi tecnologici.

Autovelox, la novità nel nuovo Codice della strada (Moritz Wolf da Pixabay – Allaguida.it)

L’articolo che contiene la modifica si chiama “Accertamento delle violazioni con dispositivi di controllo automatico” e prende in considerazione strumenti differenti come le telecamere delle zone a traffico limitato e, appunto, gli autovelox. Al comma 2 l’articolo aggiunge una riga alla norma che attualmente regola il Codice della strada, ovvero il decreto legislativo 30 aprile 1992 n° 285. Il testo originario dell’articolo dell’articolo 142, comma 6, recita: “Per la determinazione dell’osservanza dei limiti di velocità sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate, nonché le registrazioni del cronotachigrafo e i documenti relativi ai percorsi autostradali, come precisato dal regolamento”. Il disegno di legge licenziato dal governo, dopo le parole “debitamente omologate” aggiunge la seguente riga che riguarda, nella pratica, gli autovelox fissi: “o, nelle more dell’emanazione di un regolamento specifico, approvate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”. Una modifica apparentemente di poco conto, ma che invece è molto importante.

Una questione che Salvini aveva già posto in essere prima della presentazione del testo delle riforma sottolineando come il problema “è che alcuni dei dispositivi utilizzati dai Comuni non sono omologati, e richiedono una manutenzione costante per preservare gli standard prestazionali”. La novità, dunque, cerca di omogeneizzare la strumentazione utilizzata sul territorio nazionale con una equiparazione delle procedure di approvazione e di omologazione dei sistemi di rilevazione delle velocità. L’idea di Salvini, quindi, è di cercare di istituire un sistema unico e riconosciuto in tutta Italia per evitare contestazioni che riguardano, appunto, la mancata approvazione o la mancata omologazione. La prima, infatti, viene rilasciata in seguito a una domanda specifica della ditta che produce l’autovelox ed è necessaria per far sì che lo strumento possa entrare in funzione mentre la seconda una procedura effettuata una sola volta prima dell’installazione per la quale esistono norme tecniche di riferimento.

Senza queste due la multa non è mai considerata valida. Con la nuova riforma Salvini punta a determinare quindi uno schema di decreto interministeriale con il quale saranno trovati e omologati dispositivi e le apparecchiature di rilevamento delle velocità uniformemente in tutta Italia, e saranno definite le condizioni per l’installazione e l’esercizio dei dispositivi di controllo uniformi in tutti i Comuni, con definizione di regole certe, sanzioni giuste ed efficaci e diritto alla difesa per i cittadini. Una mossa, quindi, per cercare di evitare reclami e processi che, di fatto, annullerebbero il verbale; allo stesso tempo, però, l’obiettivo è anche quello di evitare di utilizzare gli autovelox esclusivamente per fare cassa tanto che lo stesso Salvini ha sottolineato come piazzare “autovelox dove improvvisamente la velocità scende per fare cassa come comune non sarà più possibile”.

Matteo Vana

Laureato in Editoria e Giornalismo, ha iniziato a muovere i primi passi con calcio e motori, due passioni delle quali ha fatto un lavoro. Pubblicista dal 2014, ama lo sport, i viaggi e i fumetti

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