Cominciano i grandi esopdi estivi e scatta la paura negli automobilisti italiani: gli autovelox sono in funzione e rappresentano un incubo
Partono le vacanze e ricominciano gli incubi per gli automobilisti italiani. Perché viaggi lunghi, soprattutto su strade e autostrade mai percorse, significano anche maggiori pericoli. Uno su tutti, quello degli autovelox che fino a nuovo ordine con la riforma del Codice dettano legge.
Un principio corretto, quello di rispettare i limiti di velocità previsti per legge riducendo così i pericoli per sé e per gli altri. Ma è l’applicazione e quindi l’utilizzo di questi strumenti che ancora non convince perché in molti casi sembrano piazzati apposta per rimpinguare le casse di Comuni e Regioni.
Partiamo dai dati di fatto. I limiti di velocità sono previsti dall’articolo 142 del Codice della Strada che indica anche gli importi delle multe da pagare per chi li oltrepassa i limiti. In pratica sulle strade urbane 50 km/h, sulle strade extraurbane di tipo secondarie e locali 90 km/h, sulle strade extraurbane principali 110 km/h e sulle autostrade 130 km/h.
Inoltre i limiti cambiano per i neopatentati che nei primi 3 anni dal conseguimento della patente di categoria A2, A, B1 e B, dovranno rispettare velocità inferiori. In pratica sulle strade extraurbane 90 km/hm e sulle autostrade 100 km/h..
E le multe? In caso di superamento del limite entro 10 km/h da 42 € a 173 €. Oltre 10 km/h, ma non oltre i 40 km/h+ da 173 € a 694 € e 3 punti sulla patente. Oltre 40 km/h, ma non oltre i 60 km/h da 543 € a 2.170 € e sospensione della patente da 1 a 3 mesi (più 6 punti sulla patente) Infine oltre 60 km/h da 845 € a 3.382 € e sospensione della patente da 6 a 12 mesi (più 10 punti sulla patente).
Autovelox, le nuove zone a rischio: per gli italiani è una mazzata continua
Quanto incidono sulle casse statali le multe per eccesso di velocità in Italia? Un dato lo ha fornito di recente il Codacons raccogliendo le cifre del 2021, con alcuni eccessi che sono da una parte curiosi e dall’altra preoccupanti.
In tutto sanzioni per 46,9 milioni (ma in realtà non tutti hanno pagato). Di questi, 12,9 milioni arrivano da Milano, seguita da Genova con 6,2 milioni e Torino con 5 milioni. Poi ci sono situazioni particolari come quella del comune di Melpignano in provincia di Lecce. Nel 2021 grazie agli autovelox ha totalizzato la cifra di 4.986.830 euro. O ancora Colle Santa Lucia, sulle Dolomiti bellunesi, paese di 360 abitanti: in dodici mesi ha incassato circa 550mila euro.
Una sitauzione che sta diventando pesante e non a caso da quando è entrato in carica come ministro dei Trasporti, Matteo Salvini ha detto di voler regolamentare l’utilizzo degli autovelox. Così, nel disegno di legge per la modifica del Codice della strada approvato dal Consiglio dei ministri il 27 giugno 2023 c’è un capitolo specifico.
In attesa dell’approvazione da parte del Parlamento, ecco l’articolo “Accertamento delle violazioni con dispositivi di controllo automatico”. Al comma 2 c’è una modifica importante al decreto, là dove parla di “apparecchiature debitamente omologate”. Adesso è stata aggiunta la frase “o, nelle more dell’emanazione di un regolamento specifico, approvate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”.
Questo significa in pratica mettere un freno all’utilizzo indiscriminato degli apparecchi per la rilevazione della velocità. Alcuni dispositivi utilizzati dai Comuni, come ha espressamente detto Salvini in una audizione alla Camera il 6 giugno, non sono omologati e quindi occorre un sistema unico e riconosciuto in tutta Italia.
Una modifica che comunque difficilmente arriverà prima che finisca il grande esodo estivo di quest’anno. Ecco perché valgono le leggi attualmente in vigore e gli automobilisti italiani devono prestare la massima attenzione alle segnalazioni.
Come difendersi legalmente dagli autovelox: in un caso specifico la multa non è da considerare valida
In effetti sono diverse le zone in Italia, non solo sui tratti autostradali, dove è più facile essere multati. E non esistono regioni o province ‘free autovelox’, perché in effetti si tratta di uno strumento utilizzato ovunque.
Come fare per capire quali sono i tratti a rischio multa? Sul sito ufficiale della Polizia di Stato alla voce ‘Autovelox e Tutor: dove sono’ è possibile consultare su quali strade e autostrade del nostro Paese sono presenti gli autovelox. Nella colonnina a destra in particolare sono presenti alcuni documenti in Pdf aggiornati ogni lunedì e che segnalano agli automobilisti la presenza degli autovelox sulle strade per ogni singola Regione.
In alternativa esistono soluzioni legali come le App di settore, a cominciare dai navigatori. Su Google Maps la segnalazione della presenza degli autovelox fissi è incorporata con avvisi sonori e visivi. Stesso discorso vale per Waze, Radarbot e TomTom GO Navigation che hanno mappe dettagliate dei controlli.
Ma come difendersi di fronte alla ‘minaccia’ autovelox? Intanto rispettando sempre i limiti che comunque sono ben indicati. Ma anche fare attenzione anche alle segnalazioni degli apparecchi, perché non sempre l’automobilista è in torto.
Lo ha stabilito a gennaio 2023 una sentenza della Cassazione. La presenza di qualsiasi autovelox deve essere segnalata in maniera adeguata, per permettere a tutti gli automobilisti di adeguarsi in caso di eccesso di velocità. Vale anche per le multe elevate grazie a dispositivi presenti a bordo delle auto delle forze dell’ordine ma non segnalati.
Il caso in questione era avvenuto a Reggio Emilia. Un automobilista era stato sanzionato “poiché viaggiava alla velocità netta accertata di 98,80 km/h in un tratto stradale ove la velocità massima consentita era invece di 50 km/h”. Quindi multa sulla carta salatissima, come da Codice, e sospensione della patente.
Lui però ha impugnato la multa e il Giudice di pace l’aveva ritenuta illegittima per la mancata segnalazione della postazione di controllo della velocità. L’autovelox in questione era a bordo di un’auto delle forze dell’ordine e poteva essere usato anche in stazionamento. Ma chiunque guida deve sapere che sta andando incontro ad un controllo e invece in quel caso non era stato preventivamente segnalato.