Decisione dolorosissima per quanto riguarda l’autostrada A4, duro colpo per gli italiani. Non si poteva proprio evitare.
Non sono certo anni semplici dal punto di vista economico per i cittadini italiani. Prima la Pandemia ha messo a dura prova le finanze dei cittadini, poi, a piovere sul bagnato, quando sembrava vedersi la via d’uscita si sono scatenate tensioni a livello internazionale, e conflitti e infazione hanno continuato a non dare tregua ai cittadini. Nell’ultimo periodo nel nostro paese sono stati rilevati rincari in praticamente ogni settore, incluso ovviamente anche tutto quello che riguarda la mobilità e l’industria dei motori.
Di costi d’acquisto dell’auto alla benzina, sino all’assicurazione: praticamente tutte le voci della lista “costi per il trasporto” sono aumentate. Un grande problema per i cittadini italiani, che vedono messe sempre più a dura prova le proprie finanze. Anche sul fronte delle autostrade quest’anno i cittadini hanno dovuto mettere una voce + ai propri costi (non senza polemiche). I pedaggi, seppur lievemente, sono infatti aumentati in questo 2025. Il mese di Gennaio non è certo iniziato nel migliore dei modi per le migliaia di persone che ogni giorno le trafficano.
Anche l’Autostrda A4, che collega Torino e Trieste, tracciando quindi da ovest a est il nord del paese, è tra i tratti di strada che vedranno un aumento nel pagamento del pedaggio. Le tariffe sono aumentate dell’1,8% rispetto allo scorso anno, per via dell’adattamento all’inflazione. Il rincaro è previsto solo per i 2.800 Km di tratto in possesso di Autostrade per l’Italia. Questo aumento potrebbe spingere gli automobilisti verso altre soluzioni.
Sul tratto Milano – Bergamo, per esempio, i nuovi prezzi, che comporterebbero una spesa in più piuttosto consistente, potrebbero spingere ad utilizzare sempre più di frequente la BreBeMi, che invece ha mantenuto il suo pedaggio invariato e può approfittare di questo rincaro. Sino ad ora infatti la tratta di Autostrade per l’Italia era notevolmente più economica dell’alternativa, ma ora la forbice si è decisamente assottigliata: un lavoratore medio che, come si legge sull’Eco di Bergamo, lavora a Milano 5 giorni a settimana, con queste nuove tariffe spenderà 50 euro in più all’anno per il trasporto. La decisione, insomma è una ulteriore mazzata per gli automobilisti, e rischia di trasformarsi in un autogol. L’inflazione, però, come detto, non ha lasciato scelta al governo.