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L’industria dell’Automobile da anni si dichiara in recessione, sono tante infatti le case automobilistiche che hanno chiuso i battenti, e molte altre ci sono andate vicine e per sopravvivere sono state costrette ad unirsi ad altre industrie o a creare delle Joint Venture di modo che la collaborazione con esterni potesse cambiare le sorti del marchio in difficoltà. Ma non sempre così, infatti molte case costruttrici di vetture producono più di quello che vendono, e il loro materiale che rimane senza essere commercializzato viene lasciato in enormi piazzali, aspettando il naturale deterioramento dovuto al tempo e alle intemperie. In questo speciale analizzeremo i casi di auto nuove invendute che vengono lasciate allo stato brado sui piazzali di tutto il Mondo.
Nel 2012 la casa svedese Saab ricevette ordinanza dalla magistratura scandinava di rottamare le giacenze invendute delle proprie vetture dopo la dichiarazione di fallimento. Questa notizia sconvolse il mondo degli appassionati che per lo più sono rimasti con l’amaro in bocca, nel sapere che queste eccellenti automobili erano destinate al macero. Molto spesso le auto invendute prodotte su una scala di massa vengono alla fine smontate e rottamate, e molti dei materiali riutilizzati, riciclati e utilizzati come parti da ricambio. Un’altra soluzione per queste auto chilometri zero consiste nel venderle in mercati in cui non sono ancora vendibili (Ad esempio perché non esistono rigide norme anti inquinamento).
Se le automobili nuove invendute non vengono rottamate
Qualora i grandi produttori decidessero di non rottamare le proprie creature, né tanto meno di smantellarle per avere dei pezzi di ricambio, allora capita che queste vetture vengano lasciate in enormi spazi, adagiate l’una accanto all’altra aspettando che la polvere e la ruggine sopraggiungano. In questi giorni sul web sono impazzate una serie di immagini, provenienti da tutto il Mondo, in cui vengono ritratti enormi parcheggi in cui decine di migliaia di automobili nuove sono state abbandonate, perché il mercato non le ha digerite. In questo caso si parla di crisi da sovrapproduzione in cui le industrie producono effettivamente più di quanto sia necessario secondo le esigenze stesse del mercato, perché la richiesta è inferiore alla produzione. Molti smentiscono la veridicità di tali foto, che rimangono comunque impressionanti anche se sinceramente noi ci atteniamo al beneficio del dubbio, perché molto spesso questo mal costume è cosa reale e sono scene a cui realmente possiamo assistere.