Se ne facessimo una semplice questione di date, il 1971, anno del debutto della Autobianchi A/112 sembra lontanissimo, ma se osserviamo da vicino la concorrente diretta del tempo della Mini Cooper, non possiamo fare a meno di credere che la A/112 aveva linee e soluzioni che, fatte le debite proporzioni, sembrano persino attuali e ciò in quanto la vettura di quarant?anni or sono offriva soluzioni in ambito alla sportività ed al confort davvero uniche e moderne.Del resto lo dimostra l?enorme successo di questa vettura venduta durante l?intera sua esistenza in ben un milione e 250 mila esemplari.
Senza dimenticare anche che la A/112 venne realizzata in sette serie ad un prezzo per i tempi ragionevoli e comunque concorrenziali rispetto alla rivale britannica.
Altra particolarità della A/112 era quella di essere stata perfettamente bi-partisan, piaceva infatti agli uomini e alle donne alla stessa maniera, ai giovani ed ai meno giovani, complice le linee sportive e realizzate accentuando quanto mai tale gradevole effetto; si pensi al colore rosso della carrozzeria con cofano ed eventuale tetto nero.
Alla fine era pur sempre una Fiat
La garanzia di un prodotto affidabile la dava anche un altro importante particolare; così come avvenuto alla Bianchina e anche alla Primula, anche la A/112 era una Fiat a tutti gli effetti visto che la Casa torinese rilevò l?azienda di Desio e questa fu una mossa strategica perché servì a Fiat come palestra per lanciare nuovi modelli senza mai metterci ? la faccia? nell?ipotesi in cui non fossero perfettamente riusciti; pensiamo anche alla Autobianchi A/111, non ebbe granchè successo anche se era una Fiat 124 a tutti gli effetti, ma nessuno subì danni dallo scarso successo di quella vettura Autobianchi.
Non fu così invece per la A/112 che ebbe un successo davvero travolgente al punto che la sua sostituta, la Y/10 mantenne per alcuni anni il marchio Autobianchi, poi sostituito da quello Lancia.
Le versioni Abarth
Dalla A/112 derivò anche una versione Abarth che godeva di un incremento di cilindrata, da 904 a 982 cc. e di potenza, passata da 44 a 58 cavalli e così anche per quanto riguarda la velocità massima, da 140 a 150 km/h. Poi nel 1975 Abarth superò se stessa con la realizzazione della A/112Abarth 70 HP che aveva un motore di 1.050 cc. di cilindrata da 70 cavalli, appunto ed una velocità massima di 160 km/h, oltre al fatto che la vettura montava un inedito cambio, sempre a quattro marce.
La Abarth A/112 HP aveva prestazioni anche più alte della rivale Mini Cooper e questo fatto magnificò ancora di più il successo della vettura italiana che nel frattempo godette di piccole modifiche estetiche a tutto vantaggio della sportività di questa vettura che divenne protagonista nei diversi Rally ove partecipò.
Alla fine della sua carriera la A/112 ottenne le modifiche più salienti; correva l?anno 1979 e la vettura ottenne finalmente il cambio a cinque marce e qualche anno dopo anche i fari fendinebbia direttamente all?interno del robusto paraurti di cui si avvaleva l?auto.
La Autobianchi A/112 restò in produzione fino al 1986, nel frattempo l?anno prima fece la sua comparsa la Autobianchi Y/10 direttamente al Salone di Ginevra che di fatto scalzò la mitica A/112. Oggi chi è rimasto romanticamente attaccato a quel lontano ricordo del vecchio modello italiano può ancora acquistarla, spesso in buone condizioni, ad un prezzo di circa 4.000/5.000 euro.