La nuova scoperta sulle frodi che sta colpendo molti acquirenti del mercato di auto usate in tutta Europa
Nel mondo variegato dell’auto di seconda mano, si sa, il rischio di incappare in un veicolo non proprio genuino è dietro l’angolo. Ecco perché sempre più spesso ci si affida ai concessionari multimarca o semplicemente all’usato garantito gestito direttamente dalla casa produttrice.
Per provare a tenere il più possibile lontano il rischio di frode, piccolo o grande che sia, si tende perciò ad evitare d’intavolare trattative direttamente tra privati, non in grado di offrire nessun tipo di garanzia, a differenza dei concessionari o degli autosaloni. Questi ultimi, infatti, sono costretti per legge ad offrire una serie di garanzie all’acquirente sullo stato del veicolo in vendita, per esempio già a partire dalla garanzia sulle sue parti meccaniche di un anno.
Con l’aumentare dell’anzianità del veicolo usato cresce anche il rischio di frode sul chilometraggio
La truffa del contachilometri “scalato” non è certo una novità e qualsiasi acquirente di auto usate ne è a conoscenza. Il problema resta comunque il modo per accorgersene. Qui purtroppo influiscono vari fattori, tra cui sicuramente il principale ricade sull’anno d’immatricolazione del veicolo acquistato.
Innanzitutto il fattore anagrafico influenza i regolamenti dell’Unione Europea: infatti la direttiva UE obbliga i centri revisione ad apporre il chilometraggio al momento del controllo del mezzo solo a partire dal 2018. Questo significa che tutti i mezzi immatricolati prima del 2014 (la prima revisione è dopo 4 anni) non hanno nessuna certificazione ufficiale che possa testimoniare l’effettiva percorrenza del veicolo. Ci si deve fidare di eventuali tagliandi ufficiali, di quanto indicato sul cruscotto o dell’usura delle parti a contatto del pilota come volante, pomello del cambio o maniglie della portiera.
Uno studio dell’azienda CarVertical basato sull’analisi di 14 Paesi europei dimostra come l’età influisca sensibilmente sulla possibilità di truffa sul contachilometri. Nello specifico, in Italia ben il 9,6% di tutti i veicoli usati in vendita risultano avere i Km scalati, mentre si sale a 13,9% quelli che hanno subito danni nel corso della propria vita.
Analizzando le fasce d’età se ne consegue quanto segue: il 14,9% delle auto immatricolate nel 1999 hanno il contachilometri manomesso, il 12,3% quelle del 2001 e ben il 16,7% quelle targate nel 2002. Si è stimato come le auto immatricolate nei tre periodi sopra citati abbiano una media di circa 62.000 Km in più sulle spalle, o per meglio dire, sul proprio tachimetro. Per concludere, è giusto sottolineare come il controllo sia stato effettuato in maggioranza su veicoli di età compresa tra i 5 e i 10 anni di vita, ben il 51,2% del totale analizzato.