[galleria id=”11055″]
Le auto ibride Toyota hanno una data ben precisa alla quale far risalire la nascita: 1997. Debutto assoluto per una vettura spinta da un motore elettrico abbinato a uno termico, veicolo sperimentale e di nicchia, si pensava. Tanto più che per tre anni i giapponesi commercializzarono la Toyota Prius solo sul mercato interno, per poi allargare gli orizzonti sul mercato globale nel 2000.
Inizia così la storia delle auto ibride, da progetto osservato con attenzione (e scetticismo) da tutti i marchi a modello da seguire, copiare e migliorare. La propulsione ibrida è ormai realtà, molto più concreta e alla portata di quanto non sia l’auto elettrica e gli incentivi statali in vigore dal prossimo 1 gennaio 2013 potrebbero far da volano per ampliare i volumi di vendita nel nostro paese.
Attualmente nel listino Toyota sono presenti quattro modelli di auto ibride, ognuno rivolto a un segmento ben preciso. Si parte con l’utilitaria Toyota Yaris Hybrid, poi c’è la media Toyota Auris Hybrid, infine, la famiglia Prius. Oltre alla berlina 5 porte, una multispazio 7 posti Prius+. A voler completare il quadro, va segnalata anche la versione ibrida plug-in della Toyota Prius, in grado di ricaricarsi attraverso la presa di corrente del garage e con un’autonomia in modalità elettrica superiore alla Prius 7 posti (30 chilometri circa di percorrenza in modalità elettrica; ndr).
L’evoluzione del sistema ibrido dal 1997 a oggi è stata continua, e proprio la Toyota Prius è l’esempio migliore per capire le aree di intervento. Il motore termico benzina è passato da una cilindrata di 1.5 litri a 1.8, sempre con Ciclo Atkinson, caratterizzato da temperature inferiori dei gas di scarico. Il comparto elettrico ha visto le batterie scendere di peso, da 57 a 44 kg e da 40 moduli ad appena 28, mentre la potenza è salita da 30 a 60 kw. Anche la potenza espressa complessivamente è cresciuta, fino agli attuali 136 cavalli, a fronte di emissioni di Co2 scese fino a 89g/km, dagli originari 104.
Il laboratorio viaggiante Prius ha via via reso disponibile la miglior tecnologia ibrida anche per i modelli introdotti successivamente: Toyota Auris Hybrid e, da ultima, Toyota Yaris Hybrid. Quest’ultima si presenta con il motore 1.5 litri, mentre la Auris adotta lo stesso schema Toyota HSD con il milleotto benzina. Meno potenza per il piccolo genio, 100 cavalli contro i 136 delle più grandi berline. A essere un record, invece, sono le emissioni di Co2, ferme a 79 g/km. La grande novità, tuttavia, è l’aver reso disponibile il sistema ibrido su un’utilitaria, proponendo un prezzo di listino molto aggressivo, identico alla Yaris diesel: appena 17.800 euro (a ottobre in promozione). Invariate le dimensioni rispetto ai modelli tradizionali, con 3 metri e 91 centimetri (appena 2 centimetri più della Toyota Yaris benzina/diesel) di lunghezza, 1 metro e 70 di larghezza e 151 centimetri in altezza. Il bagagliaio non viene intaccato nella sua capacità complessiva dalle batterie, confermando i 286 litri di spazio.
Il funzionamento di una vettura ibrida è tanto semplice nel concetto quanto efficace. Si sfrutta il motore elettrico esaltando le doti di spinta, con la coppia massima disponibile immediatamente. Quindi, nelle fasi di partenza è la modalità elettrica a venir impiegata, fino a velocità “cittadine” – i 50 orari -, e con un’autonomia variabile: da pochi chilometri fino a 20-30, nel caso in cui si abbiano batterie particolarmente capienti e in grado di alimentare il motore elettrico.
Il motore termico entra in gioco alla richiesta di maggior potenza e nelle andature più sostenute, dove l’efficienza del motore elettrico viene meno. E la ricarica? Ogni decelerazione, ogni frenata, contribuisce a ricaricare le batterie, grazie al lavoro dell’alternatore e di un inverter, che “recuperano” energia termica altrimenti dispersa e la convertono in elettricità per il pacco batterie.
Batterie che sono l’elemento forse più al centro dello sviluppo ancora oggi. In casa Toyota sulla Prius+, la versione 7 posti, hanno esordito le batterie agli ioni di litio, mentre sulla Auris ibrida attualmente in commercio sono installate batterie al nichel metal idrato (al pari della Yaris).
La segmento C di Toyota adotta lo stesso schema tecnico della Prius (motore 1.8 litri più elettrico, 136 cavalli di potenza), con prezzi a partire da 22.500 euro. Dimensioni da compatta, con 4 metri e 22 centimetri di lunghezza e un bagagliaio che risente della presenza delle batterie, fermandosi a 280 litri, contro i 350 litri della Auris benzina/diesel.
Salendo con le dimensioni c’è la Toyota Prius, 4 metri e 48 centimetri di lunghezza, 443 litri di capacità nel bagagliaio, prezzi a partire da 27.500 euro e la possibilità di un’innovativa versione ibrida plug-in a 39.600 euro. In questo caso le emissioni scendono fino a 49g/km, dai 92g/km della Prius tradizionale e i consumi di benzina nel ciclo urbano sono di appena 2.2 litri/100 km, con ben 25 km di autonomia in modalità elettrica. Quanto alla Toyota Prius+, multispazio 7 posti, il listino parte da 30.400 euro, tanto spazio seppur sul pianale allungato della Prius, un bagagliaio da 232 litri in configurazione 7 posti ma in grado di espandersi fino a 1750 litri con i sedili abbattuti.