Un colosso industriale canadese ha scelto l’Estonia per una sfida ambiziosaper milioni di auto elettriche europee, rompendo il monopolio cinese.
C’è una piccola città al confine con la Russia che sta per diventare strategica per il futuro dell’auto elettrica in Europa. Si chiama Narva, si trova in Estonia, e qui la Neo Performance Materials ha deciso di costruire un impianto che cambierà le carte in tavola nel mercato dei componenti per veicoli elettrici.
Una decisione che sa di svolta epocale, considerando quanto l’Europa dipenda oggi dalla Cina per questi materiali preziosi. La notizia arriva in un momento particolare, mentre il mercato delle auto elettriche cresce a vista d’occhio e ha già conquistato il 13% delle vendite totali nel vecchio continente.
Un progetto che guarda lontano
Il piano dell’azienda canadese è ambizioso ma concreto, come una ricetta che richiede tempo e pazienza per dare i suoi frutti. Si parte nel 2025, quando le linee produttive inizieranno a sfornare duemila tonnellate di magneti all’anno.
Sembrano numeri astratti, ma tradotti in termini pratici significano componenti sufficienti per un milione e mezzo di auto elettriche. E questo è solo l’inizio. Nel 2026 la musica cambierà: la produzione salirà a cinquemila tonnellate, abbastanza per alimentare quattro milioni di veicoli.
La scelta di Narva non è un caso. In questa città esiste già un impianto che separa le terre rare, materiali fondamentali per realizzare i magneti. È come avere il mulino accanto al campo di grano: tutto diventa più efficiente, più economico, più sensato. A chilometro zero.
Le case automobilistiche europee hanno fiutato l’occasione. Il CEO dell’azienda, Rahim Suleman, racconta di trattative già avviate con quasi tutti i costruttori del continente. Del resto, questi magneti sono cruciali: l’85% dei motori elettrici ne ha bisogno per funzionare. Sono come il lievito nel pane: senza di loro, niente si muove.
L’Unione Europea ha creato il terreno perfetto per un investimento del genere. Ha messo nero su bianco lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Ha varato il Critical Raw Materials Act, che spinge sulla produzione locale di componenti strategici. Ha fissato obiettivi precisi per il riciclo delle batterie. Insomma, ha mandato un messaggio chiaro: l’Europa vuole essere protagonista nella transizione elettrica.
Questo stabilimento in Estonia è più di una fabbrica. È un segnale forte che l‘Europa può farcela a liberarsi dalla dipendenza tecnologica dalla Cina. È la dimostrazione che il vecchio continente sa ancora attrarre investimenti strategici. È un passo concreto verso un’industria automobilistica più autonoma e sostenibile. Come quando si pianta un albero: oggi vediamo solo un piccolo germoglio, ma domani potrebbe dare frutti importanti per tutta l’economia europea.