La mobilità sostenibile ha segnato passi avanti, ma l’ultima indagine sull’auto elettrica mostra un risultato clamoroso: c’è una spiegazione
Una rivoluzione nemmeno troppo silenziosa, anche se in realtà non sono tutti pronti. L’Unione Europea spinge forte sulla mobilità sostenibile e quindi su un uso massiccio dell’auto elettrica, ma è un percorso ancora ad ostacoli, con sorprese incredibili.
Partiamo da un dato certo, quello relativo al mercato delle auto elettriche in Europa, Stati Uniti e Cina. Nel solo mese di giugno secondo le cifre diffuse da Acea (Association des Constructeurs Européens d’Automobiles) le nuove immatricolazioni europee di veicoli elettrici a batteria sono aumentate del 66,2%. In tutto significa 158.000 unità immatricolate in Europa.
Cifre in linea con le previsioni del Global Electric Vehicle Outlook, il report annuale dell’Agenzia internazionale dell’energia. Entro la fine del 2023 infatti è prevista una crescita delle vendite del 35%, con 14 milioni di vetture 100 per cenrto elettriche vendute nel mondo.
L’Europa non ha ancora invertito la rotta, perché le motorizzazioni a benzina rimangono in testa alle preferenze. Intanto però con una quota di vendita pari al 15,1% le auto elettriche sono salite al terzo posto nelle scelte più popolari, superando per la prima volta il diesel. E nei primi sei mesi dell’anno la crescita ha raggiunto il 53,8%, con 703.586 unità vendute.
Ma come va in confronto agli altri grandi mercati? Negli Stati Uniti tra aprile e giugno 2023 è stata raggiunta la cifra record di 295.000 veicoli elettrici, superando il totale del 2019. Con questi ritmi quindi entro la fine dell’anno potrebbe essere raggiunta la cifra record di 1 milione di auto elettriche vendute nel Paese.
Un caso dal quale l’Italia dovrebbe imparare, perché il boom delle vendite è stato facilitato dagli incentivi statali che invece nel nostro Paese non tirano anche se sono previsti. Il governo americano ad inizio 2023 ha previsto crediti d’imposta per un massimo di 7.500 dollari su veicoli elettrici provenienti da aziende americana. In pratica circa il 20% di quelle venduti nel Paese, anche se i costi per i clienti rimangono elevati.
Chi ha fiutato per primo il vento in realtà è stata la Cina, al momento il maggiore tra i produttori al mondo di veicoli elettrici. Secondo gli ultimi dati ufficiali, nel primo trimestre del 2023 le vendite di veicoli elettrici sono cresciute del 29%, pari a quasi il 70% del totale. Ma soprattutto nei primi sei mesi dell’anno la Cina ha già esportato oltre 2,5 milioni di automobili e quattro su dieci di queste sono elettriche.
Qual è in assoluto il Paese trainante in Europa nella vendita delle auto elettriche? Non ci sono dubbi, la Norvegia rimane leader anche in virtù di decisioni prese a livello nazionale già molto tempo fa e che tornano utili oggi.
Nel 1990 il governo aveva eliminato tutte le tasse di importazione sui veicoli a zero emissioni e nel 2008 ha promosso il primo sistema municipale di ricarica EV al mondo. Ecco perché già nel 2015 c’erano 10mila stazioni di ricarica in tutto il Paese. In realtà però l’obiettivo è quello di avere almeno una stazione di ricarica rapida ogni 50 chilometri e oggi la Norvegia conta più di 25.000 punti di ricarica, un numero impressionante.
Inoltre già nel 2016 il Parlamento ha deciso che dal 2025 tutte le auto nuove vendute dovranno essere a “emissioni zero”, sostenendo quegli acquisti e penalizzando gli altri. Così lo scorso anno il 79,3% sul totale di 174mila auto vendute nel Paese era elettrico.
Risultati importanti ma anche costosi per le casse dello Stato che lo scorso anno per gli incentivi ha speso una cifra pari a 1,7 miliardi di euro. Questo ha portato ad un parziale cambio di marcia da parte del governo e in particolare del ministero dei Trasporti. Ridotti al 50% gli sconti per i traghetti e i pedaggi, le ricariche pubbliche non saranno più gratis. Modificato anche il regime sulla deducibilità ai fini fiscali delle auto aziendali.
C’è però anche qualcosa che non torna, in un Paese da 5 milioni di abitanti, quindi 12 volte meno dell’Italia. La Norvegia rimane anche l’undicesimo produttore al mondo di petrolio, una ricchezza che produce oltre 1 miliardo di euro l’anno
Soprattutto però c’è un dato che stride. Nonostante il massiccio utilizzo di auto elettriche, in realtà il consumo di gasolio e benzina nel Paese non è calato, perché la Norvegia non riesce a farne a meno. I carburanti tradizionali sono ancora utilizzati in dosi massicce dai trasporti su gomma, dai mezzi pubblici, dalle nevi camion, barche, autobus e molti altri veicoli a combustione termica.
Lo dimostra anche uno studio realizzato di recente da Rystad Energy: il livello di consumo di gasolio e carburanti simili è rimasto quasi invariato negli ultimi anni in Norvegia. Questo significa che l’auto elettrica, anche con numeri importanti, non basta per bonificare i consumi di un Paese e serve un cambio radicale di mentalità.
Lo studio però evidenzia anche dati positivi. Negli ultimi cinque anni la percorrenza media delle auto elettriche è stata superiore a quella delle termiche. In pratica 12.950 km l’anno, decisamente di più delle vetture diesel che invece mediamente percorrono 12.000 km. E poi è aumentata anche la popolazione giovane che sicuramente una mentalità più aperta verso il cambiamento.
Non solo Norvegia nel Nord Europa però, perché altre notizie interessanti arrivano dalla Svezia. Sarà infatti il primo Paese al mondo a costruire un’autostrada elettrica visto che una parte della E20 sarà adattata. Così i camion elettrici e probabilmente anche le auto elettriche potranno essere ricaricati durante la marcia.
Il progetto è ancora in fase di appalto da parte del ministero dei Trasporti svedese e partirà nel 2025, ma non è ancora stato deciso come ricaricare. Possibile che siano linee di contatto aeree, oppure un sistema induttivo nascosto sotto il manto stradale. In realtà nel primo caso il sistema potrà essere utilizzato solo da veicoli pesanti, nel secondo anche dalle auto attraverso un connettore che raggiunge le rotaie.