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Auto cinesi in Italia: le pesanti richieste di Pechino per investire nel nostro Paese

Stando ad alcune indiscrezioni, da Pechino sarebbe state dettate delle condizioni in cambio dell’investimento per la produzione di auto elettriche in Italia.

Auto cinesi in Italia, Pechino detta le condizioni per investire (Allaguida.it)

Da qualche settimana si parla di eventuali investimenti della Cina per produrre auto elettriche nel nostro Paese. Nel dettaglio, era stata avanzata l’ipotesi della costruzione di uno stabilimento in grado di produrre circa 100mila veicoli all’anno e generare circa 11mila posti di lavoro senza considerare l’indotto.

Il Governo italiano ha sondato il terreno con varie aziende del Paese del Dragone avviando i contatti con Dongfeng che stanno proseguendo anche in questi giorni. Da quanto emerso, in sede di colloqui sarebbero state avanzate delle pretese da Pechino, ma di carattere strategico e non legate al progetto di costruzione dello stabilimento.

Auto elettriche cinesi in Italia: le condizioni dettate da Pechino in cambio dell’investimento

Auto cinesi in Italia, le pretese di Pechino (Allaguida.it)

I discorsi tra Italia e Cina per l’eventuale produzione di auto elettriche nel nostro Paese stanno proseguendo in questi giorni. Gli incaricati del ministero delle Imprese e del Made in Italy a breve si recheranno nuovamente a Pechino per nuovi confronti con Dongfeng, l’azienda cinese con cui sono stati avviati i contatti per la costruzione di un impianto per la produzione di veicoli elettrici.

Secondo le indiscrezioni, riportate dalla redazione del quotidiano Il Corriere della Sera, il costruttore del Paese del Dragone pare abbia avanzato delle proposte al Governo italiano dettando le condizioni per gli investimenti in Italia nel settore dell’automotive. Richieste che non riguarderebbero il settore produttivo, ma sarebbero di carattere strategico. La prima sarebbe legata al ruolo di Huawei nel nostro Paese: l’azienda avrebbe sollecitato l’esecutivo italiano per spingere Huawei, i cui servizi sarebbero stati vietati in molte Nazioni a livello globale, decisione presa per i sospetti legami con il partito comunista e l’intelligence.

Seconda condizione che sarebbe stata dettata riguarda l’intelligenza artificiale di cui si sarebbe discusso nei precedenti incontri tra Giorgia Meloni e Xi Jinping. Adesso sarebbe stato chiesto all’Italia di accelerare attivando una mappatura della nuova tecnologia sul territorio nazionale così per chiarire dove e come si possa approfondire la collaborazione tra i due paesi sul punto.

L’ultima condizione e il rifiuto dell’Italia

Infine, pare che da Pechino sia arrivata anche una richiesta d’appoggio da parte dell’Italia sulla questione dei dazi sulle auto elettriche cinesi che la Commissione europea ha varato provvisoriamente. Sul punto, però, è arrivato un secco rifiuto dell’Italia che appoggia la linea dell’Ue che prenderà la decisione definitiva in merito agli inizi del mese di ottobre, dopo il rinvio dello scorso mercoledì.

Queste condizioni potrebbero complicare, dunque, la cooperazione tra le due Nazioni per la produzione di veicoli elettrici in Italia, bisognerà, dunque, attendere gli eventuali sviluppi che arriveranno con i prossimi incontri.

Marco Spartà

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