Per la Tesla è in corso una vera e propria guerra contro un paese dell’Europa, che non vuole mollare nulla. Ecco la situazione.
Siamo in una fase molto delicata del mercato dell’auto, che va verso la chiusura di un 2023 che ha rappresentato una ripresa rispetto all’anno passato. Tuttavia, per la Tesla la seconda parte dell’annata non è stata troppo positiva, ed ora c’è anche un problema non da poco da risolvere in terra europea, dove ha sede uno dei mercati più importanti a livello globale per la compagnia di Elon Musk.
Il caos assoluto è scoppiato ormai oltre un mese fa e riguarda la Svezia, un paese che è strategicamente molto importante per la Tesla. Dopo tante polemiche e lo sciopero indetto da un sindacato, la casa texana ha deciso di passare al contrattacco, ed ora c’è di mezzo anche una causa legale. Andiamo a scoprirne i dettagli.
Dal 27 di ottobre, in Svezia è in corso uno sciopero indetto dalla IF Metall contro la Tesla, a seguito della mancata firma di un accordo da parte della compagnia di Elon Musk che riguarda un adeguamento dei contratti dei lavoratori. Ciò riguarda i benefit, le ore di lavoro ed i salari per chi è impegnato nelle attività inerenti alla produzione ed alla consegna delle vetture statunitensi, e la situazione non accenna affatto a migliorare.
Inizialmente, solo un gruppo di pochi meccanici aveva fatto partire la protesta, che poi si è estesa a macchia d’olio, degenerando in un vero e proprio stato di agitazione, al quale si sono aggiunti anche i meccanici ed i portuali. Nelle ultime ore è stato proclamato anche un blocco da parte della Hydro Extrusions, ovvero una società che fabbrica materiali fondamentali per la Gigafactory di Berlino, dove vengono prodotte ben 5.000 Model Y a settimana.
Parliamo della seconda auto più venduta in Europa, che si sta giocando questo primato nel 2023 con la Dacia Sandero, e c’è il serio rischio che anche la produzione regolare possa essere rallentata. Proprio per questo, la Tesla è partita all’attacco nelle ultime ore intentando una causa legale contro la Svezia, a causa di un rifiuto dei dipendenti postali che hanno interrotto la consegna delle targhe agli uffici ed alle officine della casa americana lo scorso 20 di novembre. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale “Dagens Industri“, il costruttore texano di auto ad emissioni zero avrebbe motivato il perché di questa sua presa di posizione così netta.
Ecco quanto è stato riportato: “Il blocco delle targhe è un atto discriminatorio, privo di fondamento legale che va a colpire la Tesla“. Al contrario di quanto si potesse immaginare, con il passare del tempo la situazione non si è calmata, ma è andata a peggiorare sempre di più, ed ora c’è il rischio che di soluzioni rapide non se ne trovino. Musk e compagni non hanno intenzione di firmare questo accordo, ma i lavoratori non vogliono arretrare nemmeno di un millimetro.