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Esser belli, bellissimi, a volte non basta. E’ il destino che ha colpito l’Alfa Romeo Brera, protagonista del nostro focus sull’usato. Concept nel 2002 – frutto della matita di Giugiaro – il lancio commerciale avviene tre anni più tardi, nel 2005. Non puoi non riscuotere un consenso unanime quando ti presenti con quelle forme lì. Coupé 2+2 integra al meglio le forme morbide e originali del posteriore, quasi a freccia nella vista in pianta, con un muso cattivo, espressione del family feeling condiviso con la 159.
Ecco, i difetti dell’Alfa Romeo Brera sono un po’ quelli della berlina da cui deriva: è pesante, tanto, troppo per una coupé sportiva. Così, oltre a mortificare le prestazioni, i consumi sono improponibili e l’handling certo non sorride per i 1600 kg che si è costretti a portare in giro nel caso della variante integrale V6.
Meritava ben altra sorte e non è stato sufficiente il suo fascino per restare in vita: poco più di 21 mila esemplari venduti disegnano il flop commerciale. Pensare che l’idea di rimetter mano al progetto e alleggerirla, con una Brera 2, è stata sul tavolo per un po’ prima di venir abbandonata. Ci hanno pensato gli inglesi a togliere 100 kg, con la Brera S, migliorata dalla Prodrive di Dave Richards.
Interni
L’abitacolo si caratterizza per la configurazione 2+2, con i posti posteriori decisamente sacrificati e più utili se ripiegati, così da incrementare la capacità del bagagliaio da 300 litri fino a 900.
Plancia rivolta verso il guidatore, in perfetto stile 159: superficie satinata, tre oblò nella zona superiore a indicare il livello carburante, temperatura olio e acqua. Davanti alla leva del cambio, spazio per i comandi della climatizzazione e la telematica di bordo, con uno schermo a colori nelle versioni top di gamma.
I sedili sportivispaziano tra rivestimenti in tessuto e quelli in pelle, disponibili in diverse colorazioni, dal beige al nero fino a un rosso decisamente racing.
Strumentazione semplice, con due elementi circolari divisi da un display multifunzione. Non esaltano particolarmente gli interni, restando ancorati a un layout già visto anche in passato sull’Alfa 156. E’ uno dei punti deboli, privo di soluzioni originali.
Tecnica e motori
Parli di caratteristiche tecniche della Brera e, inevitabilmente, devi tornare a parlare di quel pianale così inadeguato. Quattro metri e 41 centimetri di lunghezza, 1 e 83 di larghezza, appena 137 centimetri d’altezza: le proporzioni sono perfette, peccato che la bilancia indichi tra i 1400 e 1600 kg (dati dichiarati). Tutti i propulsori al lancio assicuravano potenze di per sé importanti, come i 185 cavalli del 2.2 benzina Jts, o i 200 cavalli del diesel 2.4 JTDm cinque cilindri, fino ad arrivare all’esagerato V6 3.2 litri da 260 cavalli. Ecco, per rendere un’idea, le prestazioni di quest’ultima versione erano inferiori a quelle di un’odierna segmento B sportiva da 200 cavalli: inaccettabile per una coupé da 40 mila euro.
Ad arricchire il parco motori arrivò anche il quattro cilindri turbo benzina 1750 TBi, forte di 200 cavalli e 320 Nm di coppia, tuttavia, a fronte di una velocità massima importante (235 km/h), in accelerazione impiegava 7.7 secondi per passare da zero a cento, consumando 8.1 litri/100 km nel ciclo misto. La più veloce delle Brera, la V6 integrale, portava le richieste di carburante a 11.4 litri/100 km, a fronte di 244 orari e 6″8 nello 0-100.
Nel 2009 si tentò la carta del downsizing, con un 2 litri turbodiesel JTDm da 170 cavalli: consumi più umani (5.4 lt/100 km) ma prestazioni decisamente plafonate (218 orari, 8″8 0-100).
Sospensioni, freni e sterzo sono tutte riprese dalla 159, quindi anteriore con quadrilatero alto e posteriore Multilink: la dinamica di marcia ha basi solide, penalizzate dal peso.
Quotazioni
Consapevoli dei pregi e difetti, portarsi a casa oggi un’Alfa Romeo Brera usata può essere un buon affare. Le quotazioni sono particolarmente basse e, per chi non ne fa un utilizzo intenso, resta il piacere di guidare un’auto tra le più belle dell’ultimo decennio.
Occorrono tra gli 8 e i 12 mila euro per una Brera benzina 2.2 Jts, forchetta riferita alla produzione 2005-2010. Optare per la 2.4 JTDm regala sì coppia in abbondanza e consumi un po’ più contenuti, ma in tal caso di passa dai 12.700 euro di un esemplare 2006 fino ai 14.400 euro di una Brera 2010. Impegnativo il 2.4 litri? Si può ripiegare sul duemila JTDm 170 cavalli e 360 Nm, con prezzi che oscillano tra 13.400 euro (2009) e 15.800 (2011).
La convenienza è, soprattutto, sulle 2.2 Jts e sul diesel più prestazionale, motori sui quali è bene ricordare non incide il superbollo.