Il 2025 porta nuove regole per il bollo auto. Tra aumenti e normative ci sono anche sorprendenti possibilità di risparmio che non tutti conoscono.
Eccoci qui, ancora una volta a parlare di questa fastidiosa tassa che ci insegue come un’ombra. Ogni anno la stessa storia: scartoffie, calcoli e corse all’ultimo minuto per evitare le sanzioni. Eppure, scavando tra circolari e regolamenti regionali, questa volta, saltano fuori alcune interessanti strade
Non sempre la complicazione della giungla fiscale è fatta per danneggiarci. Ad essere abili, facendosi largo tra la complicazione e gli aumenti, l’impressione è quella di trovarsi in un labirinto fiscale dove, per una volta, non tutte le strade portano a pagare di più.
Il sistema di calcolo resta quello di sempre, basato sui kilowatt del motore. Le tariffe fanno un bel salto quando si superano i 100 kW, circa 136 cavalli. Per fortuna l’ACI ha pensato bene di creare un calcolatore online: basta digitare la targa e il gioco è fatto, risparmiando almeno il mal di testa dei conteggi.
Le scadenze vanno tenute bene a mente, se non si vogliono pagare sanzione: l’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza naturale. In pratica, se il bollo scade a gennaio 2025, possiamo pagare fino alla fine di febbraio. Un piccolo respiro di sollievo per i ritardatari cronici.
La vera rivoluzione arriva dal mondo digitale. Dimenticati code agli sportelli e moduli da compilare: ora basta uno smartphone per mettersi in regola. Le app di home banking e PagoPA hanno reso tutto più veloce. Chi preferisce il contatto umano può sempre rivolgersi al tabaccaio sotto casa.
La parte più interessante riguarda le esenzioni. Le auto elettriche godono di privilegi incredibili: in alcune regioni non pagano nulla per cinque anni. I fortunati possessori di auto storiche con più di trent’anni possono dire addio al bollo per sempre. Anche le auto tra i venti e i trent’anni hanno diritto a sconti significativi, che variano da regione a regione.
Il superbollo resta la spada di Damocle per chi ha il piede pesante sull’acceleratore. Oltre i 185 kW scatta questa tassa sulla tassa, che almeno ha il buon gusto di ridursi con l’età del veicolo. Dopo vent’anni scompare del tutto, come per premiare la fedeltà dei proprietari più pazienti.
I ritardatari dovranno fare i conti con sanzioni progressive. Si parte dallo 0,1% al giorno per i primi 14 giorni, per arrivare a percentuali da capogiro dopo mesi di ritardo. Nei casi più gravi l’auto rischia persino il fermo amministrativo: una prospettiva poco piacevole per chi usa il veicolo per lavoro.
Le regioni mantengono ampia autonomia nella gestione del bollo. Alcune hanno introdotto sconti per chi paga con domiciliazione bancaria, altre premiano i veicoli meno inquinanti. Vale la pena informarsi e cercare di risparmiare ancora di più!