La mossa resa ufficiale dall’Esecutivo Meloni riguardo alle accise non è piaciuta a milioni di cittadini. Alcuni si sentono ingiustamente penalizzati.
Accise benzine e diesel, la manovra economica per il 2025 ha suscitato un ampio dibattito, in particolare riguardo alle modifiche previste per questo aspetto. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiarito che non sono state previste nuove coperture o entrate derivanti da questo settore, cercando di rassicurare gli automobilisti su eventuali aumenti significativi delle tasse sui carburanti.
Giorgetti, che è in quota Lega, ha annunciato che, per allineare le accise su benzina e gasolio, ci sarà una riduzione per quanto riguarda la prima. Ed un incremento direttamente proporzionale in merito al gasolio. Attualmente, le accise gravano rispettivamente per il 35% e il 38% sul costo totale dei carburanti.
Il ministro ha cercato di minimizzare l’impatto di questo aumento, affermando che si tratterà di un incremento di un centesimo al litro per il gasolio. Ma le sue parole hanno alimentato una polemica. Infatti non soni pochi gli automobilisti proprietari di veicoli diesel, i quali si sono sentiti colpiti da questa misura.
La battuta del ministro in cui si lamentava del centesimo in più per il gasolio non ha riscosso l’effetto comico sperato. Ma ha piuttosto portato al sorgere una reazione durissima da parte di diverse associazioni di consumatori come il Codacons. Le cifre snocciolate dallo stesso sono esemplificative, e non certo in positivo.
Quanto guadagna lo stato con le accise sul diesel aumentate?
Il Codacons ha enfatizzato che il 41,5% delle auto in circolazione in Italia è alimentato a gasolio, pari a ben 16,7 milioni di vetture. Un aumento di un centesimo al litro si traduce in un aggravio di spesa significativo. Circa 0,61 euro in più per un pieno da 50 litri, che potrebbe portare a un incremento complessivo di 245,6 milioni di euro all’anno per i possessori di auto diesel.
Se l’accisa dovesse aumentare ogni anno di un centesimo per cinque anni, la spesa supplementare salirebbe a ben 1,23 miliardi di euro. Si introduce nel discorso generale che riguarda la rimodulazione delle accise sui carburanti anche il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi. Il quale ha commentato che l’aumento per quanto riguarda quelle sul diesel è stato deciso in ambito europeo.
E che, sebbene possa sembrare marginale, è parte di una strategia più ampia legata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Però la percezione degli automobilisti è ben diversa. Per molti l’aumento delle accise esclusivamente in merito al gasolio, anche se definito “infinitesimale”, rappresenta un peso in un momento in cui i costi della vita sono già aumentati.
Gli automobilisti si trovano a fronteggiare spese crescenti non solo per il carburante, ma anche per assicurazioni e manutenzione. anche in questo ambito le spese da sostenere sono salite, con un trend che fa registrare un crescendo continuo di anno in anno. Questo contesto rende difficile accettare anche le più piccole variazioni nelle tasse sui carburanti.
Ed a rendere il tutto ancora più detestabile ci si mettono dichiarazioni come quelle fatte dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a “Dritto e Rovescio”. Tra gli applausi del pubblico presente il leghista aveva ribadito come non sia intenzione del Governo aumentare le tasse. Ed infatti qualche giorno dopo le accise sul diesel sono però aumentate. Difetti di comunicazione come questo non contribuiscono certo a facilitare l’accettazione di mosse simili.